Clicca qui per mo“Noi siamo i diretti responsabili di gran parte dello stress che ci affligge.
Non che non esistano eventi oggettivamente stressanti: catastrofi naturali, malattie, povertà, guerre, ingiustizie e vari prodotti della malvagità umana. Ma è altrettanto vero che i l nostro modo di interpretare i fatti, di valutare gli eventi — che è spesso distorto, errato, incompleto — non solo aumenta la sofferenza; ma a volte la crea addirittura dove non esisterebbe di per sé. La nostra valutazione degli eventi è spesso falsata, lontana dalla realtà, inefficace: come conseguenza produciamo reazioni inutili e inadeguate sul piano emozionale, in chiave comportamentale e dal punto di vista delle risposte fisiologiche. Ma perchè «falsiamo» la nostra valutazione cognitiva? Come è possibile ingannarsi da soli, oltretutto per andare incontro a maggiori sofferenze sul lungo termine? … Probabilmente il nostro cervello è «progettato» per privilegiare altri obiettivi rispetto a quello di rimanere pienamente in contatto con la realtà. È probabile che una delle priorità riguardi la salvaguardia dell'ego: per esempio, autoconvincersi che un obiettivo è irraggiungibile può servirci per evitare di esporsi o di rischiare di fallire. L'ego e l'auto-stima su cui si fonda (in modo forse troppo grossolano) la nostra identità personale sembrano avere più importanza della rinuncia a un obiettivo desiderato. È altrettanto probabile che pensare che il mondo ce l'abbia con noi possa proteggerci dal fare fatica, dal doverci impegnare. Oppure, nel caso di atleti, infortunarsi o non presentarsi alle gare permette di preservare un'immagine idealizzata di sé stessi. E ancora: non riuscire a trovare nessun aspetto positivo in un cambiamento comporta il vantaggio secondario dell'autocommiserazione. A volte la nostra valutazione cognitiva è falsata per ignoranza, perché non conosciamo i fatti, o perché siamo condizionati da qualche paura. Senza pretendere di poter sradicare tutti i condizionamenti insiti dentro di noi, credo che qualche modesta modifica alla propria valutazione cognitiva, in senso positivo, sia alla nostra portata. Un primo passo è quello di diventare consapevoli di come sia fatto il nostro sistema di convinzioni.” Le parole che hai appena letto sono tratte dal capitolo dedicato ad aumentare la resilienza del libro “Resisto dunque sono” di Pietro Trabucchi, psicologo ed esperto di prestazione sportiva, in particolare di discipline di resistenza. Un testo molto interessante che ti consiglio di leggere (o ascoltare se possiedi Audible) se vuoi comprendere come migliorare la tua resilienza e convivere più facilmente con lo stress. Questo brano mi ha colpito particolarmente, perchè senza troppi giri di parole spiega come mai molto spesso siamo bravissimi a cercare giustificazioni ai nostri comportamenti ingannando noi stessi, attraverso convinzioni non obiettive. Trabucchi, peraltro, continuando nel testo, prova a dare alcuni strumenti pratici per compiere una sufficiente autonalisi del proprio modo di vedere le cose, lasciando al lettore alcune domande pratiche da farsi per iniziare ad osservarsi con maggiore obiettività. Le riporto di seguito, per aiutarti a riflettere sulle tue convinzioni e diventare sempre più consapevole delle tue scelte e di ciò che potrebbe porre un freno alle tue giornate e alla tua crescita personale.
Non ti resta che prenderti qualche minuto per riflettere con calma sulle risposte a queste domande per ricominciare a prendere consapevolezza con le tue reali potenzialità e abbandonare i limiti che la tua stessa mente ti pone.dificare. |
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I consigli, i trattamenti, i rimedi e le terapie presi in esame in questo blog prima di essere seguiti vanno sempre sottoposti al diretto giudizio del proprio medico curante o di uno specialista per un consiglio personalizzato in base al proprio stato di salute.
L'autore non si assume alcuna responsabilità per un utilizzo personale ed errato delle informazioni qui riportate senza un preventivo consulto da parte di un medico.
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