Da qualche settimana in rete si fa un gran parlare di un integratore che sembrerebbe in grado di ostacolare l'infezione da Sars-Cov-2: la lattoferrina.
Vediamo insieme cosa c'è di vero in questa notizia e soprattutto a che punto è la ricerca sull'utilizzo della lattoferrina come integratore con attività immunomodulatrice. CARATTERISTICHE DELLA LATTOFERRINA La lattoferrina è una glicoproteina che appartiene alla famiglia della lattoferrine che trasportano ferro, anche denominate transferrine, originariamente isolata dal latte bovino, in cui si trova come componente proteica minore all'interno delle proteine del siero del latte. La lattoferrina è considerata una proteina multifunzionale con più ruoli biologici e uno tra i più importanti fattori dell’immunità naturale non anticorpale. Vista la sua capacità di legare il ferro, si pensa che la lattoferrina possa rappresentare la fonte di ferro per i neonati allattati al seno. ATTIVITA' DELLA LATTOFERRINA La lattoferrina inoltre esplicherebbe proprietà antibatteriche, antivirali, antifungine, antinfiammatorie, antiossidanti e immunostimolanti. La possibile attività antibatterica è attribuibile in parte alla sua capacità di legare stabilmente il ferro che è essenziale per favorire la crescita dei batteri patogeni. L'effetto antivirale potrebbe invece essere giustificato dalla sua azione inibente la fusione tra il virus e la cellula e pertanto dell'ingresso del virus nella stessa. Una serie di studi condotti in vitro e su modelli animali hanno dimostrato che la lattoferrina esercita effetti fungicidi e battericidi. Questa molecola possiede un'efficacia significativa nei confronti di Escherichi coli, Proteus mirabilis, Staphilococcus aureus, Candida albicans e altri germi patogeni. In vitro, la lattoferrina ha dimostrato un'efficacia significativa nei confronti dei virus HIV, herpes simplex tipo I, dell'epatite C, citomegalovirus ed alcuni altri. Mancano tuttavia studi clinici adeguati al riguardo. COVID-19 E LATTOFERRINA Prendendo spunto da queste indicazioni, un team di ricercatori italiani del Policlinico Tor Vergata, ha dato il via ad uno studio clinico per i pazienti Covid-19 paucisintomatici ed asintomatici per valutare l’efficacia e la sicurezza di una formulazione innovativa di lattoferrina, somministrata per uso orale e ed intranasale. Questo trial clinico è stato, secondo il team di ricercatori, il primo approvato, sull’utilizzo della lattoferrina nei pazienti Covid positivi a livello nazionale ed internazionale. I risultati ottenuti nei pazienti (ancora da pubblicare) avrebbero dimostrato l’efficacia della lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici nei pazienti Covid-19 positivi sintomatici (ricordo sempre che si trattava di pazienti asintomatici o paucisintomatici) e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento. I ricercatori, inoltre sostengono che anche dagli esami ematici si siano osservati risultati notevoli che saranno presto pubblicati. In sintesi è stata somministrata la lattoferrina a due gruppi di pazienti: a un gruppo appartenevano persone asintomatiche positivi al tampone, all’altro gruppo persone paucisintomatiche (cioè con CoVid-19 in forma lieve). I risultati ottenuti sembrerebbero incoraggianti: scomparsa dei sintomi nel secondo gruppo e negativizzazione del tampone in tutti i gruppi. La lattoferrina non è stata sperimentata però nelle forme di CoVid-19 più severe (con polmonite interstiziale), quindi attualmente è tutto ancora in fase di ipotesi per quanto riguarda il suo effetto curativo nei malati gravi. Allo stesso tempo, il gruppo di ricerca di Tor Vergata ha ipotizzato che la lattoferrina possa ostacolare il Coronavirus (Sars-CoV-2), subito dopo il suo ingresso nell’organismo, prima che infetti le cellule e, quindi, scateni la malattia. Anche questo aspetto dovrebbe essere confermato e studiato più nel dettaglio nei prossimi mesi. QUALCHE CONSIDERAZIONE Prima di lasciarci andare a facili entusiasmi, credo sia però opportuno fare qualche considerazione più approfondita. Cominciamo sottolineando innazitutto, che lo studio del Tor Vergata deve essere ancora pubblicato: stiamo parlando di ipotesi o tutt'al più di qualche risultato preliminare ancora da confermare in un numero di pazienti non molto elevato. L'unica pubblicazione attualmente disponibile è una revisione delle proprietà della lattoferrina con cui il team del Tor Vergata propone di progettare uno studio clinico per valutare e verificare il suo effetto nei pazienti positivi al Covid-19 utilizzando un trattamento di duplice combinazione con una formulazione spray intranasale locale e solubilizzata e somministrazione orale. Questo studio è stato pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences, una rivista open access, non di eccelsa qualità ( l'impact factor era di 4.183 nel 2018 – quello di Nature, ad esempio, era 42.778). Puoi leggere lo studio completo a questo link su MDPI.. Già nell'abstract è evidente che non si tratta di uno studio vero e proprio, ma piuttosto di una revisione degli studi disponibili sulla lattoferrina per formulare un razionale di impiego nella malattia da Covid-19.. La ricerca vera e propria sui pazienti iniziata a maggio 2020 dagli stessi ricercatori non è stata infatti ancora pubblicata nemmeno in pre-print (non è disponibile in alcun modo e non è ancora stata verificata da altri scienziati) e quindi stiamo parlando di dati preliminari ancora non verificati. Peraltro, nelle conclusioni della pubblicazione, sono proprio gli stessi ricercatori che affermano di ritenere che sia necessario uno studio clinico (che infatti non è ancora concluso) e dicono che la lattoferrina “potrebbe essere usata in pazienti asintomatici o lievemente sintomatici per prevenire il peggioramento della SARS-CoV2”. Dobbiamo anche considerare che la maggior parte delle possibili azioni della lattogerrina assunta per via orale potrebbe essere circoscritta nell'intestino. Consci di questa caratteristica, i ricercati del Tor Vergata hanno infatti proposto la progettazione di uno studio clinico per valutare e verificare l'effetto della lattoferrina utilizzando un trattamento di duplice combinazione con formulazione spray intranasale locale e solubilizzata e somministrazione orale". Estendere quindi gli eventuali risultati incoraggianti dello studio alla sola somministrazione orale (così come fatto da diverse aziende di integratori in capsule o compresse) è pertanto qualcosa che non è corretto fare dal punto di vista scientifico. Nei ringraziamenti della revisione in questione infine gli autori menzionano una azienda sponsor che ha fornito proprio il tipo di lattoferinna liposomiale con cui è stato condotto lo studio. Nulla di straordinario, ben intenso, ma in casi come questo è bene essere cauti ed aspettare quindi conferme più solide ed indipendenti. RIASSUMENDO... L'utilizzo di integratori di vario tipo nella prevenzione delle infezioni respiratorie e nei malanni dell'inverno è senza dubbio affascinante. La letteratura scientifica però ci insegna che non sempre quello che è stato dimostrato in vitro trova una corrispondenza clinica rilevante anche sull'uomo. Il marketing e gli interessi dei produttori portano spesso a conclusioni fuorvianti. La notizia dello studio del Tor Vergata sulla lattoferrina come integrazione utile nel trattamento delle forme più lievi di Covid-19 deve essere pertanto presa con le pinze in attesa di evidenze più solide e soprattutto verificate dalla comunità scientifica. Se davvero sei interessato a ottimizzare le tue difese immunitarie, ti consiglio di iniziare a lavorare innanzitutto sul tuo stile di vita. Alimentazione bilanciata, attività fisica moderata e costante, riduzione dello stress, ottimizzazione dei ritmi circadiani e buona qualità del sonno possono aiutarti a mantenere efficiente il tuo sistema immunitario. L'industria alimentare e la società dei consumi ci impongono abitudini errate che sono molto più impattanti sulla nostra salute di un qualsiasi rimedio "immunostimolante". Qualsiasi forma di integrazione non può prescindere da uno stile di vita ottimale e soprattutto deve essere presa in considerazione sulla base di eventuali carenze (o microcarenze) personali da valutare persona per persona e non sulla base di affascinanti e spesso discutibili proposte di marketing. Dott. Francesco Fratto Farmacista e Lifestyle Trainer |
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