Anche se per molti di noi, l'infezione da Coronavirus viene più spesso associata a febbre alta e significativi problemi polmonari, sin dall'inizio di questa epidemia sono spesso stati segnalati sintomi gastrointestinali (avvertiti nel 30%-60% dei soggetti che hanno contratto il virus). I sintomi più comuni a livello gastrointestinale nei pazienti con covid includono diarrea, nausea, vomito e dolore addominale. Quasi un paziente su cinque con covid riferisce i disturbi intestinali come sintomi unici o prevalenti dell'infezione stessa. Recentemente, è stato pubblicato un interessante studio di indagine su 749 persone con pregressa infezione Covid in cui si evidenzia che il 29% dei soggetti (quasi una persona su tre) aveva segnalato almeno un nuovo sintomo gastrointestinale cronico 6 mesi dopo l'infezione da COVID-19. Questi sintomi gastrointestinali in seguito a infezione da Sars-Cov-2 rientrano quindi a tutti gli effetti in quella sindrome che viene attualmente spesso identificata come Long-COVID. I sintomi più comuni tra quelli riferiti erano bruciore di stomaco, costipazione, diarrea e dolore addominale. La ricerca ha anche evidenziato che nei pazienti che riferivano dolore addominale, ben il 39% rientrava nei criteri utilizzati per la diagnosi della sindrome dell'intestino irritabile. Non solo. Dai risultati è emerso che l'infezione da COVID-19 è stata frequentemente associata al peggioramento della gravità dei sintomi gastrointestinale preesistenti. Tutte conclusioni che, purtroppo, collimano con la nostra esperienza quotidiana in farmacia e che ci sottolineano come i disturbi intestinali, collegati in particolare con la sindrome dell'intestino irritabile, rappresentino sempre più un problema in grado di influenzare negativamente la qualità di vita di molte persone. ➡ Per entrare un po' più nel dettaglio della questione,provo a riassumerti quali potrebbero essere i meccanismi alla base dell'insorgenza dei sintomi gastrointestinali in seguito a infezione da Covid-19 (se non ti interessa puoi proseguire passando direttamente al prossimo capoverso). L'ingresso del virus SARS-CoV-2 nell'epitelio intestinale può compromettere diversi fattori di protenzione dell'intestino. In particolare, può disregolare la protezione immunitaria offerta dalla mucosa intestinale, può alterare la funzionalità della barriera e la plasticità neuromuscolare. Inoltre, la disfuzione respiratoria causata dal covid è stata associata a significativi cambiamenti dei batteri intestinali (microbiota) e dei suoi metaboliti nel lungo termine in grado di mediare importanti alterazioni nelle funzioni sensomotorie dell'intestino. I ricercatori hanno evidenziato che microbiota intestinale dei pazienti con sintomi gastrointestinali da long-Covid era caratterizzato da livelli più elevati di alcune specie batteriche come il Ruminococcus gnavus e Bacteroides vulgatus e livelli più bassi di Faecalibacterium prausnitzii. Tutte queste modificazioni possono essere alla base di una (iper)sensibilizzazione viscerale causata dallo stress continuo associato all'infezione. A questa si possono inoltre aggiungere i meccanismi consolidati del long-COVID, come le disfuzioni sul sistema nervoso autonomo e l'alterata percezione del gusto, che potrebbero compromettere le fisiologiche funzioni gastrointestinali e le abitudini alimentari, portando così ad una sintomatologia gastrointestinale cronica. ⭕ Cosa fare? Immagino che se stai leggendo questo post con attenzione, tu ti stia chiedendo cosa potresti fare se anche tu da tempo stai soffrendo di disturbi gastrointestinali che si sono presentati o accentuati dopo aver contratto l'infezione da Covid-19. Il primo consiglio che mi sento di darti è ovviamente di parlarne subito con il tuo medico per escludere patologie sottostanti ed eventualmente verificare se i tuoi sintomi sono effettivamente attribuibili alla sindrome dell'intestino irritabile e se possono essere collegati al Long-Covid. Questo è fondamentale per non ritardare eventuali cure. Una volta che hai verificato che i tuoi disturbi non siano di natura organica e che siano altresì compatibili con la diagnosi di sindrome dell'intestino irritabile (che ti ricordo non è una patologia organica) allora puoi considerare di adottare le indicazioni che vengono riportate nello studio stesso (e che fondamentalmente sono proprio quelle indicazioni che adottiamo nelle consulenze del Metodo Intestino Felice in farmacia). La buona notizia è che è possibile agire in modo significativo sull'intensità di questi sintomi. La cattiva notizia è che non puoi fare affidamento esclusivamente su una "pillola magica", ma devi considerare di cambiare alcune delle tue "cattive abitudini". Come suggeriscono le linee guida sulla gestione della sindrome dell'intestino irritabile, prima di ricorrere a trattamenti farmacologici cronici, dovresti infatti accertarti di migliorare le tue abitudini: • modificando il tuo stile di vita (garantendo un sonno adeguato e riducendo la sedentarietà) • modificando le tue scelte alimentari (in questo caso è bene parlarne con un esperto perchè non esiste una dieta "tipo", ma è fondamentale personalizzare la dieta in base alle esigenze della persona) • modulare il microbiota e la permeabilità intestinale (con la dieta stessa o attraverso l'uso di integratori specifici e personalizzati) • imparare a ridurre lo stress attraverso tecniche specifiche di gestione dello stress o interventi di terapia cognitiva comportamentale. Quando parlo con i miei clienti con sindrome dell'intestino irritabile della necessità di scelte di vita più idonee alla gestione dei propri sintomi, vedo spesso uno sguardo di delusione. In effetti, tutti noi saremmo decisamente più contenti di poter assumere qualche pillola o integratore ed in poco tempo dimenticarci dei nostri "problemi", continuando a fare tutto quello che abbiamo sempre fatto. Eppure, l'esperienza mi insegna che i disturbi intestinali sono spesso un "segnale" che il nostro organismo ci comunica per supplicarci di cambiare quelle scelte che non è più in grado di sostenere (ritmi di lavoro esagerati, tempi di recupero ridotti, alimentazione scellerata, sedentarietà eccessiva...) La cosa positiva e che mi sprona a continuare ad approfondire questi argomenti è che vedo spesso in chi riesce attivamente a migliorare le proprie abitudini quello sguardo incredulo, ma felice e grato di chi non aveva mai pensato che fossero le proprie scelte quotidiane ad impedirgli di migliorare la propria qualità di vita. |
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I consigli, i trattamenti, i rimedi e le terapie presi in esame in questo blog prima di essere seguiti vanno sempre sottoposti al diretto giudizio del proprio medico curante o di uno specialista per un consiglio personalizzato in base al proprio stato di salute.
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