Molto probabilmente non avrei mai scritto questo articolo se non avessi vissuto sulla "mia pelle" la necessità di dover assumere un gastroprotettore per un lungo periodo della mia vita.
Come accade per milioni di persone al mondo, anch'io, in seguito ad un periodo di forte stress e di un eccesso di impegni lavorativi, iniziai ad assumere farmaci per inibire l'acidità gastrica per contrastare una fastidiosa gastrite erosiva autoimmune. Assumevo ogni giorno 20 milligrammi di pantoprazolo. A volte, mattina e sera. Continuativamente per qualche mese. I sintomi miglioravano e l'utilizzo del gastroprotettore diventò presto una abitudine assodata. Finché non incappai in un articolo (questo il link) in cui venivano dettagliatamente riportati i dati di uno studio clinico nel quale si evidenziava come l'utilizzo continuativo degli inibitori della pompa protonica (impropriamente noti anche come Prazoli) aumentava di circa una volta e mezza il rischio di demenza senile. Restai molto colpito, non solo per la mia vicenda personale, ma soprattutto pensando a quante persone, specialmente anziani, ogni giorno assumono questi farmaci (gli inibitori di pompa sono da anni al primo posto in termini di spesa sanitaria convenzionata). Approfondendo il tema, mi resi presto conto di come l'utilizzo dei gastroprotettori per periodi prolungati sia molto spesso inappropriato e potenzialmente molto dannoso. Alcuni studi clinici (qui un articolo sul tema) hanno infatti dimostrato che una percentuale molto elevata delle prescrizioni fatte per gli inibitori di pompa protonica non rispondono a criteri di scelta ritenuti validi e spesso sono dovute ad una generica "prevenzione", documentatamente inutile. Non solo, le evidenze cliniche dei molti effetti collaterali di questa classe di farmaci (dagli effetti su digestione e allergie, ad un aumento del rischio di complicanze infettive di fratture, fino all'aumento del rischio di ictus - clicca sul testo per gli articoli di approfondimento) rendevano chiaro come l'utilizzo di tali farmaci dovesse necessariamente essere limitato a brevi periodi di tempo. Cosa che purtroppo nella mia pratica quotidiana vedo continuamente smentita. In effetti, non è facile smettere l'assunzione di un inibitore di pompa protonica. Per chi soffre di gastrite o bruciori di stomaco, la capsula del suo "prazolo" diventa una sorta di coperta di Linus senza la quale ci si sente improvvisamente "vulnerabili". Tuttavia, come detto, l'assunzione di questi farmaci per un lungo periodo ci espone al rischio di patologie molto spesso ben più fastidiose e talora più gravi di un "comune" bruciore di stomaco. Allora che fare? Smettere improvvisamente non è francamente possibile. Anzi, si rischierebbe di aggravare in seguito alla sospensione improvvisa la ipersecrezione acida dello stomaco, con conseguente aumento della sintomatologia. Purtroppo, è necessario armarsi di pazienza e dare al nostro corpo il tempo necessario per rimettere le cose a posto. Tuttavia, ponendosi l'obiettivo di vivere una vita più sana si possono ottenere risultati insperati. E' successo a me ed è successo anche ad altre persone di cui ho avuto la possibilità di raccogliere le esperienze. In affiancamento al consiglio del proprio medico curante, ecco alcuni suggerimenti che possono aiutarci a liberarci dalla "dipendenza" degli inibitori di pompa protonica. Il primo passo da fare, come è facile intuire e come molto spesso è invece difficile da applicare, è modificare le nostre abitudini alimentari. Non c'è via di scampo. Continuare a mangiare in modo errato sperando che una pillola metta tutto a posto è sbagliato e dannoso. Il cibo è la nostra miglior medicina, fin dai tempi di Ippocrate, e nel caso dei problemi di acidità gastrica non ammette "concessioni". Dobbiamo rispettare il nostro corpo e adeguarci. I rischi a cui andiamo incontro e di cui abbiamo parlato in precedenza dovrebbero darci la giusta motivazione per iniziare a cambiare le cattive abitudini alimentari. Da evitare dunque caffè, tè, cibi fritti, piatti grassi o molto conditi (attenzione ai pasti fuori casa dove l'uso di olio per insaporire sughi e condimenti è talora eccessivo), dolci ricchi di grassi (burro, margarina, panna), conserve di pomodoro, cibi piccanti, spezie, alcolici, bevande gassate, succhi e spremute di fruta, sottaceti, aglio, cipolla, menta, pepe. Cose buone, lo so, ma se il nostro corpo ci chiede una "pausa" non possiamo continuare a maltrattarlo. Dobbiamo spostare la nostra attenzione da una "ricompensa" immediata e fugace (il sapore dei cibi) ad un obiettivo più importante e duraturo che è il nostro benessere, che potrà appagarci e renderci soddisfatti molto più a lungo. Eliminiamo totalmente quindi dalla nostra dispensa tutti i cibi sopra elencati (non figurativamente, ma praticamente dato che cadere in tentazione fa parte dell'animo umano) e cominciamo con una spesa più adatta alle "esigenze" del nostro stomaco: latte scremato, caffè d'orzo, marmellate senza zucchero, pane e pasta integrali, zuppe di verdura, carne magra, pesce, ricotta, legumi, verdura (preferibilmente cotta), carote, cavoli, piselli, broccoli, fagiolini. Riduciamo le porzioni, evitando di fare pasti abbondanti, preferendo l'inserimento di qualche spuntino spezzafame (un frutto, una manciata di frutta secca, uno yogurt magro) per non restare a stomaco vuoto. Sforziamoci di mangiare ad orari regolari senza mai saltare un pasto o ritardarlo eccessivamente. Evitiamo l'uso di aceto e di bevande gassate (compreso l'acqua minerale). Importante anche masticare a lungo i bocconi, senza fretta. Rallentiamo i ritmi. Anche nei pasti. Una corretta masticazione rende più agevole la digestione e riduce i tempi di permanenza gastrica del cibo. Unitamente ad una miglior alimentazione, troviamo il tempo di dedicarci ad una regolare attività fisica. Non intensa, ma costante. Molto spesso sento dire che nei mille impegni della quotidianità manca il tempo per un po' di movimento (basta anche una camminata veloce di trenta minuti al giorno). Iniziate a considerare che non è (quasi) mai questione di tempo, ma di priorità. Venti, trenta minuti al giorno non sono poi così difficili da recuperare. Andando a letto un quarto d'ora prima, alzandosi un decina di minuti prima, rinunciando a qualche minuto sui social, spegnendo la tv un po' in anticipo, riducendo le attività meno importanti, vedrete che il tempo da dedicare al vostro benessere può essere facilmente recuperato. L'attività fisica è fondamentale. Ci aiuta a rilassare la mente e fortifica il nostro sistema immunitario. Non si tratta di "essere alla moda" o di "apparire in forma", ma di volerci bene. Anche le tecniche di rilassamento mentale sono molto importanti. Da bambini ci insegnano a camminare e a parlare. Nessuno ci insegna a respirare. Imparare a respirare e a "svuotare" la mente è un ottimo metodo per scaricare ansia e recuperare dallo stress, tra le principali cause dell'iperacidità gastrica. Ci sono moltissime app per smartphone, anche gratuite, che possono aiutarci in questo. Mindfuless, training autogeno, varie tecniche di meditazione, la preghiera vanno tutte bene. L'importante è focalizzare la mente sul presente e distoglierla da pensieri negativi e ansiogeni. Anche lo yoga in quest'ottica può diventare un ottimo rimedio, dato che la pratica di questa attività racchiude in sè attività fisica leggera e tecniche di rilassamento mentale. Un ulteriore supporto a questo percorso può arrivare dall'utilizzo di un apporto complementare di probiotici (più comunemente detti, anche se in alcuni casi impropriamente, "fermenti lattici"). Oltre a essere l’area più estesa dell’organismo, il tratto gastrointestinale è un vero e proprio ecosistema molto eterogeneo, caratterizzato da un elevato grado di biodiversità: è costituito da oltre 500 specie diverse di microrganismi, in prevalenza di origine batterica, che nel loro insieme costituiscono la flora batterica o microbiota. Il giusto equilibrio (o "eubiosi") dei differenti ceppi di microbi è fondamentale per un funzionamento ottimale di funzioni metaboliche essenziali, immunomodulanti e neuroendocrine. L'utilizzo continuativo di inibitori di pompa altera il ph fisiologico dello stomaco e questo a lungo andare, oltre a compromettere la funzionalità di molti enzimi digestivi, altera l'equilibrio della flora intestinale, portando ad uno stato di "disbiosi". I probiotici sono quindi importanti nel ripristino del giusto equilibrio della nostra microflora batterica condizione che permette al nostro organismo di "funzionare" in modo ottimale e di sostenere una risposta immunitaria efficace. Recenti studi clinici evidenziano come la scelta di alcuni ceppi di probiotici rispetto ad altri possa dare risultati più tangibili. In questo senso, scegliere probiotici contenenti ceppi di Lactobacillus Acidophilus, Lactobabillus Rhamnosus o in particolare di Lactobacillus reuteri potrebbero essere le scelte più opportune nel controllo e nella prevenzione di patologie da ipersecrezione acida. Infine, per controllare la sintomatologia del bruciore di stomaco possono essere utili preparati a base di estratti vegetali come la camomilla e lo zenzero. Particolarmente interessante è inoltre la capacità di alleviare i sintomi della dispesia della liquirizia deglicirrinizata (ovvero priva di glicirrizina, composto presente nella liquirizia che potrebbe far alzare la pressione arteriosa nel lungo termine). Una volta che sarete riusciti a modificare la vostra alimentazione, ad aggiungere almeno una ventina di minuti di leggera attività fisica giornaliera, a rilassare la vostra mente, a ripristinare un buon equilibrio della vostra flora batterica, in accordo con il vostro medico curante, potrete iniziare a ridurre gradualmente l'uso dei "prazoli". Potrete prima iniziare ad abbassare il dosaggio giornaliero, poi eventualmente ad assumere una compressa a giorni alterni, prestando attenzione ad un eventuale ricomparsa di sintomi dovuti all'iperacidità (bruciori di stomaco, eruttazioni...). Se la sintomatologia dovesse ripresentarsi una volta interrotto l'uso dell'inibitore di pompa, potreste verificare la possibilità di utilizzare un farmaco come la ranitidina, appartenente ad una classe di farmaci diversa, ovvero gli antagonisti dei recettori H2, che allo stato attuale, sembrano essere più sicuri per impieghi prolungati. Al dosaggio di 75 mg (due volte al giorno), la ranitidina è inoltre disponibile come farmaco da banco e potrebbe essere utile, in alternativa o in aggiunta ai rimedi naturali sopra citati per il controllo della sintomatologia dispeptica o in occasione di qualche strappo alla regola in termini alimentari. Attenzione anche all'uso di farmaci analgesici o antifiammatori se sapete di avere uno stomaco delicato: limitatene l'uso solo alle situazioni strettamente necessarie, verificando con il vostro medico o con il vostro farmacista altri rimedi che non mettano a repentaglio i vostri sforzi per mantenere sotto controllo l'acidità dello stomaco. Dalla mia esperienza personale e professionale, una volta intrapresi tutti questi accorgimenti, i risultati non tarderanno ad arrivare. L'importante, come in molte altre situazioni della vita, è concentrarsi sugli obiettivi a lungo termine, provando a rinunciare a qualche eccessivo "peccato di gola" o a poco salutari abitudini quotidiane: il nostro benessere sarà il modo migliore di veder ripagati i nostri sforzi. Buona Vita! AGGIORNAMENTO DEL 06/07/2017 Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal (BMJ) Open a luglio 2017 evidenzia che l'uso a lungo termine degli inibiotori di pompa è collegato ad un aumento del 25% del rischio di morte. Nei commenti all'articolo si raccomanda pertanto ai medici di limitarne le indicazioni per l'uso e la durata del trattamento. Nello studio, sono stati esaminati, attraverso una banca dati nazionale statunitense relativa a più di 6 milioni di persone, i dati disponibili per 349.312 persone che avevano assunto, tra il 2006 e il 2008, inibitori di pompa oppure un'altra classe di farmaci chiamata H2 antagonisti. Ne è emerso che, rispetto all'uso di H2 antagonisti, l'uso degli inibitori è stato associato ad un aumento del rischio di morte del 25% per tutte le cause, e questa percentuale aumentava in chi li utilizzava per più tempo. Questi dati si aggiungono a un crescente numero di prove che legano l'uso di questi farmaci ad una serie di molteplici problemi di salute e confermano che, allo stato attuale, i farmaci H2 antagonisti sembrano avere un profilo di tollerabilità migliore specie se associati ad un uso prolungato, così come avevamo consigliato nella versione originale di questo articolo. |
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