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Eustress, distress e... l'insostenibile pesantezza della vita moderna

15/2/2021

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Ti sei mai domandato come mai in un momento storico in cui abbiamo a nostra disposizione innumerevoli soluzioni tecnologiche e tantissime comodità, sembra che le persone siano sempre più infelici e malate?

Eppure abbiamo la fortuna di vivere in un’epoca in cui possiamo disporre di farmaci sempre più efficaci e mirati e godere di svariate possibilità di cura.

Le tecnologie e la digitalizzazione hanno permesso di eliminare lavori faticosi, estenuanti e pericolosi.

Possiamo trovare facilmente nelle nostre città ogni agio, da chi ci prepara i pasti a chi ci consegna la spesa a casa.
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Tuttavia le statistiche ci mostrano che sempre più persone soffrono di ansia, di depressione, di problemi gastrointestinali, di malattie croniche degenerative e malattie cardiovascolari e molto altro.


Strano, vero?

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Ti sei mai chiesto come mai?



Scommetto che se ci pensi per qualche minuto, tra le varie risposte che cominceranno a balenare nella tua mente potrebbe affiorare la parola “stress”.

In fondo che “siamo tutti più stressati” è un mantra che ci ripetiamo spesso al bar alla mattina sorseggiando frettolosamente un caffè tra amici oppure in ufficio tra colleghi sempre più indaffarati.

In alcuni casi, la frase “sarà colpa dello stress” viene usata anche per giustificare qualche problema di salute in quei casi in cui non si riesce a venire a capo della causa scatenante.
In effetti, molti studi evidenziano una correlazione significativa tra lo stress e molte patologie, in particolare con le malattie autoimmuni.

Insomma, che lo stress possa impattare negativamente sull’organismo è evidente a molti.
Tuttavia, non sempre è chiaro come mai lo stress sta diventando un killer silenzioso della nostra società.
Se ti va di prendere più consapevolezza di questo argomento, provo a spiegarti un paio di concetti legati allo stress.



EUSTRESS E DISTRESS

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Cominciamo con chiarire un concetto importante: lo stress non è sempre "negativo”.

Ci sono alcune situazioni in cui lo stress provoca una sorta di “adattamento” che  viene vissuto come qualcosa di positivo dalla persona che ha avuto l'esperienza stressante.

L’eustress (o stress buono), è infatti indispensabile alla vita e ha permesso la nostra evoluzione. Si manifesta sotto forma di stimoli ambientali costruttivi ed interessanti.

Un esempio può essere una promozione lavorativa per la quale arrivano maggiori responsabilità, ma anche maggiori soddisfazioni.

O l’eccitazione che pervade un’atleta prima della gara e che permette al suo corpo di ottenere il massimo delle proprie prestazioni.

Se, dunque, la “reazione di stress” porta vigore, entusiasmo e propositività è una buona cosa perché incrementa lo stato di salute generale della persona.

D’altro canto, ci sono invece delle situazioni in cui lo stress provoca un “disadattamento”, conducendo ad una risposta che non è positiva (distress) per la persona che ha vissuto l'episodio stressante.

Il distress è quindi uno stress che ci danneggia provocando grossi scompensi emotivi e fisici difficilmente risolvibili. 

Un esempio può essere un licenziamento inaspettato, oppure un intervento chirurgico.

Lo stress, come abbiamo visto, può quindi essere un importante alleato poichè ci aiuta a superare le inevitabili sfide che la vita ci offre dato aiutando ’organismo a prepararsi fisicamente e psicologicamente ad affrontare un problema, ma anche un pericoloso nemico.



Ma allora cosa determina quando una risposta è positiva (eustress) rispetto ad una risposta negativa (distress) allo stress???



La differenza essenziale tra eustress e distress (lo stress cattivo) sta nella percezione della “fonte di stress”. 

Nel caso dell’eustress la “fonte di stress” viene percepita come una “sfida”. 

Nel caso del distress, viene percepita come una “minaccia”. 

Per questo motivo è importante coltivare il proprio atteggiamento di fondo verso la vita come un luogo di “sfide” piuttosto che un luogo di “minacce”.

Tuttavia, non è sempre facile poter percepire di avere il controllo sulle sfide e sugli eventi che la vita ci presenta.

Quando si percepisce di non avere il controllo su molti eventi nella propria routine e, soprattutto, quando situazioni stressanti (si chiamano “stressor” in ambito scientifico) si ripropongono molto spesso e in modo cronico, lo stress può avere  un impatto molto negativo, sia fisicamente che emotivamente.


“Si vabbè, Francesco, ho capito che viviamo in un'era in cui molte situazioni portano a stress… ma non vorrai dirmi che un uomo che viveva nelle caverne aveva meno rischio di noi?!?”


Effettivamente dover procacciarsi ogni giorno il cibo, rischiando di essere sbranato da qualche bestia selvatica non era certamente meno stressante e rischioso di prendere la metro nell’ora di punta a Milano.

Tuttavia, gli stressor, ovvero le situazioni a forte stress, che viveva un homo sapiens erano molto più circoscritte e limitate.

Tra gli agenti stressanti per un cavernicolo c’erano la mancanza di cibo, il freddo, i predatori, le malattie infettive…

Pericoli importanti, ma ben chiari e individuabili.


Per l’uomo moderno, le fonti di stress sono molto più numerose e soprattutto spesso anche incontrollabili: il mutuo da pagare, il capoufficio scontroso, il rischio di perdere il lavoro, il traffico, l’imperizia di altre persone al volante, i figli da portare a scuola, le notizie del telegiornale, il terrorismo, la delinquenza, l’inquinamento ambientale e acustico…

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Il nocciolo della questione è tuttavia, che a livello genetico, homo sapiens e uomo moderno sono sostanzialmente uguali.

70.000 anni in termini evolutivi sono un periodo limitatissimo.

In buona sostanza, il nostro organismo non è evolutivamente in grado di resistere efficacemente al cambiamento che l’uomo stesso ha prodotto sull’ambiente.

Siamo perennemente in una situazione di ipervigilanza che non siamo in grado di contrastare.

Non siamo stati certo “programmati” geneticamente per guidare  nel traffico, nè per passare giornate intere senza staccare mai la mente dai nostri impegni, nè per poter vivere comodamente su un divano o passando le nostre giornate lavorative seduti in ufficio, nè per trovare disponibili alimenti ricchi di zuccheri in ogni momento della giornata, nè per addormentarci in mezzo a luci e strumenti elettronici, nè per mangiare cibi ricchi di sostanze aggiunte artificialmente, nè per comunicare isolati senza contatti umani o relazioni….


Potrei continuare con infiniti esempi.


Insomma, per essere chiaro e diretto: siamo sempre più stressati perché il nostro organismo non è sufficientemente preparato per reggere i ritmi e le abitudini della vita moderna.

Prendere consapevolezza di questo e imparare a contrastare in modo efficace le tante insidie che la tecnologia e il progresso ci riservano quotidianamente è probabilmente il più grande investimento che si possa fare sul proprio benessere futuro.


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L'autore non si assume alcuna responsabilità per un utilizzo personale ed errato delle informazioni qui riportate senza un preventivo consulto da parte di un medico.
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