Purtroppo negli ultimi 6 mesi non ho avuto materialmente tempo di aggiornamere questo blog. Me ne rammarico, ma il tempo è sempre troppo poco per fare tutto quello che vorrei fare(e possibilmente bene). Ci provo oggi per dare un piccolissimo contributo personale al World Cancer Day che si celebra appunto il 4 febbraio. Ci provo riportando la traduzione (correzzioni o integrazioni sono gradite) di un articolo apparso proprio nella giornata di oggi in https://ourworldindata.org che riporta una notizia incoraggiante: I tassi di morte del cancro stanno diminuendo; allo stesso tempo, i tassi di sopravvivenza a cinque anni stanno aumentando. Vediamo allora in dettaglio un po' di numeri a tal proposito: Le morti per cancro globali sono in aumento : nel 1990, 5,7 milioni di persone sono morte di cancro; nel 2016 questo numero era aumentato a 8,9 milioni di persone. Ma è anche vero che il mondo di oggi ha più persone e più persone anziane, le quali hanno maggiori probabilità di morire di cancro. Per capire meglio cosa sta succedendo, dobbiamo quindi correggere l'analisi in base all'aumento della popolazione e focalizzarci sul tasso del "numero di morti per 100.000 persone" ed infine dobbiamo aggiustare il dato sulla base dell'invecchiamento . Quando confrontiamo questi parametri (mostrati qui) vediamo che i tassi di mortalità per cancro standardizzati per età stanno diminuendo globalmente. I tassi di mortalità corretti sulla base dell'invecchiamento della popolazione mostrano un calo del 17% dal 1990 al 2016. Al contempo, i tassi di sopravvivenza a cinque anni sono aumentati. Perché dunque i tassi di mortalità per cancro sono in calo? Un'ipotesi è che la prevalenza del cancro stia diminuendo (cioè che meno persone si ammalano di il cancro). Ma è vero? Globalmente, no. La percentuale di persone affette da cancro (anche se corretta per l'invecchiamento) è aumentata lentamente negli ultimi decenni. La prevalenza del cancro globale è aumentata dallo 0,54% allo 0,64% dal 1990 (in gran parte a causa del fumo ). In alcuni paesi , ad esempio negli Stati Uniti, la prevalenza corretta per l'età è stata abbastanza costante negli ultimi decenni (con il tasso di nuovi casi effettivamente in calo ). Se i tassi di mortalità sono in calo ma la prevalenza è in aumento o costante, allora deve essere plausibile che le persone con cancro abbiano tassi di sopravvivenza migliori o più lunghi. Lo vediamo chiaramente negli Stati Uniti quando guardiamo al cambiamento dei tassi di sopravvivenza a cinque anni tra i tipi di cancro. Questo è mostrato nella tabella qui sotto che prende in esame il tassi di sopravvivenza tra il periodo dal 1970-77 al 2007-2013. Qui vediamo che i tassi di sopravvivenza aggregati a cinque anni per tutti i tumori sono aumentati dal 50,3 al 67 per cento. Ma vediamo anche differenze significative non solo nei tassi di sopravvivenza iniziali o finali, ma anche nel tempo. Il cancro alla prostata, ad esempio, ha una sopravvivenza a cinque anni prossima al 99%, ma ha anche registrato progressi importanti da un tasso del 69% negli anni '70. Al contrario, il pancreas ha tassi di sopravvivenza a cinque anni più bassi ovvero all'8,2%, contro il 2,5% del passato. Ci sono due fattori chiave che potrebbero contribuire a migliorare i tassi di sopravvivenza a cinque anni: una diagnosi precoce e/o un trattamento migliorato. Stabilire a cosa attribuire esattamente questi miglioramente è difficile e varia a seconda del tipo di cancro. Ma ci sono stati alcuni studi che hanno tentato di farlo. Scott Alexander ha pubblicato una panoramica molto buona dell'impatto relativo del rilevamento rispetto al trattamento qui . Inoltre, un modo per verificare se i tassi di sopravvivenza sono aumentati solo grazie diagnosi precoce è guardare come è cambiata la sopravvivenza per ogni stadio del cancro: se il rilevamento fosse l'unico miglioramento, non vedremmo aumenti dei tassi di sopravvivenza nelle fasi successive del cancro. Le statistiche nazionali sul cancro pubblicate dal governo degli Stati Uniti mostrano un aumento del tasso di sopravvivenza in tutte le fasi (dalla primissima alla fase avanzata). 1 Altri studi incentrati su specifici tipi di cancro mostrano risultati simili. 2 I tumori si sono dunque ridotti negli ultimi decenni anche grazie ad una diagnosi precoce. Gli studi hanno dimostrato che questo può rappresentare una quota significativa dei miglioramenti di sopravvivenza: uno studio ha attribuito l'individuazione precoce come responsabile del 61% e dell 28% di sopravvivenza migliorata nel carcinoma mammario localizzato e in quello in stadio regionale, rispettivamente (3) Ma abbiamo visto miglioramenti anche nel correggerne le dimensioni e nella diagnosi precoce. Ciò suggerisce che anche un miglioramento del trattamento abbia avuto il suo ruolo. Sia nella diagnosi che nel trattamento, stiamo assistendo a sostanziali progressi. Questo è importante a causa del grande numero di tumori: globalmente, ogni sesto decesso è dovuto al cancro: ciò rende il cancro la seconda causa di morte al mondo. I progressi in questo campo sono dunque importanti per molti. Note bibliografiche:
(1) Jemal, A. et a. (2017). Annual Report to the Nation on the Status of Cancer, 1975–2014, Featuring Survival, JNCI: Journal of the National Cancer Institute, Volume 109, Issue 9, 1 September 2017. (2) Rutter, C.M. et al. (2013). Secular Trends in Colon and Rectal Cancer Relative Survival, JNCI: Journal of the National Cancer Institute, Volume 105, Issue 23, 4 December 2013. (3) Elkin, E.B. (2005). The effect of changes in tumor size on breast carcinoma survival in the U.S: 1975–1999. Cancer. Volume 104, Issue 6. Se sei in cerca di buone notizie, questa è davvero una buona notizia.
Sembra infatti che secondo i risultati di un recente studio si possano salvare le vite di migliaia di neonati ogni anno grazie ad una specifica miscela di batteri "buoni" ad un costo decisamente abbordabile. Il team di ricercatori dell'Università del Nebraska Medical Center College of Public Health ha infatti determinato che un semplice cocktail simbiotico - la combinazione di Lactobacillus plantarum, un probiotico, insieme ad un fruttooligosaccaride, prebiotico - può aiutare a prevenire casi di sepsi (a volte mortali) e diminuire le infezioni delle vie respiratorie inferiori nei neonati. Secondo i risultati della sperimentazione clinica pubblicata il 16 agosto sulla prestigiosa rivista Nature, una combinazione di L. Plantarum e FOS è stata capace di ridurre la sepsi nei neonati del 40 per cento a un costo di circa $ 1 per neonato. I risultati riflettono il risultato di 15 anni di ricerca che ha coinvolto oltre 4.000 bambini negli Stati Uniti e in India e che potrebbero avere un notevole impatto sulla salute infantile in tutto il mondo. La sepsi è una malattia sistemica generata da una elevata risposta infiammatoria dell'organismo in seguito al passaggio nel sangue di microrganismi patogeni provenienti da un focolaio sepsigeno che può danneggiare organi vitali e condurre fino alla morte. E' un'infezione che si manifesta in modo molto rapido e con una certa frequenza specialmente nei paesi in via di sviluppo. Nel mondo più di 600.000 bambini muoiono di infezioni del sangue ogni anno. La miscela speciale utilizzata nello studio comprendeva un probiotico chiamato Lactobacillus plantarum ATCC-202195 combinato con fruttooligosaccaride (FOS), una preparazione simbiotica orale sviluppata dal dott. Panigrahi, professore, epidemiologo e pediatria dell'Università del Nebraska. Come sottolineato in altre occasioni in questo blog, i probiotici, batteri vivi e lieviti sono indispensabili per la nostra salute, in particolare per il sistema gastroenterico. I simbiotici sono combinazioni di probiotici con un supplemento di FOS, sostanze in grado di promuove la crescita dei batteri "buoni" e sostenere la colonizzazione del ceppo probiotico. I FOS, sono anche naturalmente presenti nel latte materno e in molti vegetali come la cipolla, la cicoria, l'aglio, l'asparago, la banana, i carciofi e altri che rappresentano il "nutrimento" per i batteri probiotici. "Questo è il più grande studio clinico sui probiotici nei neonati finanziato dai National Institutes of Health", ha detto il dottor Panigrahi. Dopo l'osservazione dei risultati di uno studio pilota effettuato nel 2008 che evidenziava una consistente colonizzazione di L. plantarum nell'intestino dei neonati data dal cocktail sinbiotico nei primi tre giorni di via, il team di Panigrahi ha arruolato oltre 4.500 neonati provenienti da 149 villaggi della provincia indiana di Odisha e li ha seguiti per i primi 60 giorni di vita, il periodo più critico per l'insorgere di infezioni septiche. Durante i primi giorni di vita, ai neonati veniva somministrata la miscela orale simbiotica per sette giorni. Il razionale era quello di aiutare la colonizzazione dell'intestino da parte di batteri non patogeni e commensali per creare un sistema immunitario ottimale che proteggesse in modo più efficace i neonati nei primi mesi di vita. I risultati dello studio randomizzato, condotto in doppio cieco e controllato con placebo hanno mostrato che nei neonati in cui veniva somministrato il cocktail simbiotico la sepsi e la morte nei primi due mesi di vita venivano ridotti del 40 per cento, più del doppio della riduzione che i ricercatori si attendevano, stimata inizialmente al 20 per cento. Non solo, il trattamento simbiotico ha anche evidenziato una riduzione delle infezioni delle vie respiratorie L'efficacia riscontrata dalla miscela simbiotica nello studio del Dott. Panigrahi è stata così elevata che lo studio è stato interrotto prima del previsto. Questi risultati portano a concludere che la formula probiotico/prebiotico utilizzata potrebbe essere presto adottata su larga scala come una sorta di "vaccino orale per la sepsi molto conveniente", così come sostenuto dallo stesso dottor Panigrahi. Un "vaccino" peraltro molto sicuro dato che la miscela orale è risultata essere ben tollerata, con solo un episodio avverso gastrointestinale riportato nello studio. Considerando i risultati di questo studio, restano aperte ancora un paio di ulteriori e interessanti domande, ovvero se anche i neonati "prematuri" possano beneficiare di questo tipo di trattamento e se l'allattamento, insieme al simbiotico, possa svolgere un ruolo complementare e sinergico nella prevenzione delle infezioni. Per Panigrahi, l'obiettivo finale non è infatti solo la prevenzione della sepsi, ma la prevenzione di tutti i tipi di malattie con i probiotici, in particolare nel contesto del crescente problema della resistenza agli antibiotici e dell'aumento dei disturbi infiammatori in tutto il mondo. Indubbiamente questo studio rappresenta un altro passo fondamentale nella comprensione dell'utilizzo dei probiotici e del ruolo del microbiota per la prevenzione e la salute del nostro organismo. Buona Vita! P.S. Le conclusioni dello studio citato sono frutto di una sperimentazione effettuata in ambito ospedaliero e sotto lo stretto controllo di un team di medici. L'utilizzo di probiotici e prebiotici nei bambini va sempre effettuato in base alle indicazioni e dopo attenta valutazione individuale del proprio pediatra. P. Panigrahi et al., “A randomized synbiotic trial to prevent sepsis among infants in rural India,” Nature, doi:10.1038/nature23480, 2017. |
Perchè questo blog?"Pillole di benessere" è il mio "block notes" virtuale. Qui appunto le mie riflessioni sulle più recenti evidenze cliniche su stili di vita, nutrizione e integrazione alimentare. Archivi
Febbraio 2019
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