Se sei in cerca di buone notizie, questa è davvero una buona notizia.
Sembra infatti che secondo i risultati di un recente studio si possano salvare le vite di migliaia di neonati ogni anno grazie ad una specifica miscela di batteri "buoni" ad un costo decisamente abbordabile. Il team di ricercatori dell'Università del Nebraska Medical Center College of Public Health ha infatti determinato che un semplice cocktail simbiotico - la combinazione di Lactobacillus plantarum, un probiotico, insieme ad un fruttooligosaccaride, prebiotico - può aiutare a prevenire casi di sepsi (a volte mortali) e diminuire le infezioni delle vie respiratorie inferiori nei neonati. Secondo i risultati della sperimentazione clinica pubblicata il 16 agosto sulla prestigiosa rivista Nature, una combinazione di L. Plantarum e FOS è stata capace di ridurre la sepsi nei neonati del 40 per cento a un costo di circa $ 1 per neonato. I risultati riflettono il risultato di 15 anni di ricerca che ha coinvolto oltre 4.000 bambini negli Stati Uniti e in India e che potrebbero avere un notevole impatto sulla salute infantile in tutto il mondo. La sepsi è una malattia sistemica generata da una elevata risposta infiammatoria dell'organismo in seguito al passaggio nel sangue di microrganismi patogeni provenienti da un focolaio sepsigeno che può danneggiare organi vitali e condurre fino alla morte. E' un'infezione che si manifesta in modo molto rapido e con una certa frequenza specialmente nei paesi in via di sviluppo. Nel mondo più di 600.000 bambini muoiono di infezioni del sangue ogni anno. La miscela speciale utilizzata nello studio comprendeva un probiotico chiamato Lactobacillus plantarum ATCC-202195 combinato con fruttooligosaccaride (FOS), una preparazione simbiotica orale sviluppata dal dott. Panigrahi, professore, epidemiologo e pediatria dell'Università del Nebraska. Come sottolineato in altre occasioni in questo blog, i probiotici, batteri vivi e lieviti sono indispensabili per la nostra salute, in particolare per il sistema gastroenterico. I simbiotici sono combinazioni di probiotici con un supplemento di FOS, sostanze in grado di promuove la crescita dei batteri "buoni" e sostenere la colonizzazione del ceppo probiotico. I FOS, sono anche naturalmente presenti nel latte materno e in molti vegetali come la cipolla, la cicoria, l'aglio, l'asparago, la banana, i carciofi e altri che rappresentano il "nutrimento" per i batteri probiotici. "Questo è il più grande studio clinico sui probiotici nei neonati finanziato dai National Institutes of Health", ha detto il dottor Panigrahi. Dopo l'osservazione dei risultati di uno studio pilota effettuato nel 2008 che evidenziava una consistente colonizzazione di L. plantarum nell'intestino dei neonati data dal cocktail sinbiotico nei primi tre giorni di via, il team di Panigrahi ha arruolato oltre 4.500 neonati provenienti da 149 villaggi della provincia indiana di Odisha e li ha seguiti per i primi 60 giorni di vita, il periodo più critico per l'insorgere di infezioni septiche. Durante i primi giorni di vita, ai neonati veniva somministrata la miscela orale simbiotica per sette giorni. Il razionale era quello di aiutare la colonizzazione dell'intestino da parte di batteri non patogeni e commensali per creare un sistema immunitario ottimale che proteggesse in modo più efficace i neonati nei primi mesi di vita. I risultati dello studio randomizzato, condotto in doppio cieco e controllato con placebo hanno mostrato che nei neonati in cui veniva somministrato il cocktail simbiotico la sepsi e la morte nei primi due mesi di vita venivano ridotti del 40 per cento, più del doppio della riduzione che i ricercatori si attendevano, stimata inizialmente al 20 per cento. Non solo, il trattamento simbiotico ha anche evidenziato una riduzione delle infezioni delle vie respiratorie L'efficacia riscontrata dalla miscela simbiotica nello studio del Dott. Panigrahi è stata così elevata che lo studio è stato interrotto prima del previsto. Questi risultati portano a concludere che la formula probiotico/prebiotico utilizzata potrebbe essere presto adottata su larga scala come una sorta di "vaccino orale per la sepsi molto conveniente", così come sostenuto dallo stesso dottor Panigrahi. Un "vaccino" peraltro molto sicuro dato che la miscela orale è risultata essere ben tollerata, con solo un episodio avverso gastrointestinale riportato nello studio. Considerando i risultati di questo studio, restano aperte ancora un paio di ulteriori e interessanti domande, ovvero se anche i neonati "prematuri" possano beneficiare di questo tipo di trattamento e se l'allattamento, insieme al simbiotico, possa svolgere un ruolo complementare e sinergico nella prevenzione delle infezioni. Per Panigrahi, l'obiettivo finale non è infatti solo la prevenzione della sepsi, ma la prevenzione di tutti i tipi di malattie con i probiotici, in particolare nel contesto del crescente problema della resistenza agli antibiotici e dell'aumento dei disturbi infiammatori in tutto il mondo. Indubbiamente questo studio rappresenta un altro passo fondamentale nella comprensione dell'utilizzo dei probiotici e del ruolo del microbiota per la prevenzione e la salute del nostro organismo. Buona Vita! P.S. Le conclusioni dello studio citato sono frutto di una sperimentazione effettuata in ambito ospedaliero e sotto lo stretto controllo di un team di medici. L'utilizzo di probiotici e prebiotici nei bambini va sempre effettuato in base alle indicazioni e dopo attenta valutazione individuale del proprio pediatra. P. Panigrahi et al., “A randomized synbiotic trial to prevent sepsis among infants in rural India,” Nature, doi:10.1038/nature23480, 2017. ![]() Da qualche tempo osservo con interesse e sempre maggiore attenzione lo sviluppo della letteratura scientifica inerente al ruolo del microbiota intestinale in relazione al nostro benessere. Negli ultimi 2-3 anni il numero di studi scientifici su probiotici e microbiota è cresciuto in modo consistente così come l'attenzione da parte di medici, microbiologi e scienziati su questi argomenti. Attualmente, in Italia non sono molti i siti o i blog che trattano di questo argomento, anche se da qualche tempo sono apparsi i primi portali specifici sull'argomento come l'interessante Microbioma.it, che raccoglie le ultime novità in tema di pubblicazioni sui microbi del nostro organismo. Per il resto, la maggior parte dei riferimenti scientifici in rete è in inglese. Così, ho pensato di utilizzare il mio blog per riproporre in italiano alcuni degli articoli più interessanti che ho avuto occasione di trovare su altri siti di divulgazione scientifica, in modo di permettere a chi non abbia sufficiente familiarità con l'inglese di approfondire con più facilità questo argomento. Per questo primo "esperimento" ho scelto un interessante articolo pubblicato su "Gut Microbiota Health" (uno dei siti americani più conosciuti e approfonditi su questo tema) il cui titolo originale è "Will gut microbiota provide the solution to all of our health problems?", pubblicato on line il 28 giugno 2017 a firma di Patrice D. Cani, ricercatore del Fondo Belga per la Ricerca Scientifica (FRS-FNRS), responsabile del gruppo di ricerca del metabolismo e della nutrizione presso il Drug Research Institute di Lovanio (LDRI) della Università Cattolica di Louvain (UCL), Bruxelles, Belgio, e ricercatore del WELBIO (Wallon Excellence in Lifesciences e biotecnologie). Buona lettura! Sarà il microbiota intestinale la soluzione a tutti i nostri problemi di salute? "Le condizioni che comprendono alcune delle principali cause di mortalità in tutto il mondo - incluso obesità, diabete, malattie cardiovascolari finanche i tumori- sono collegate con le alterazioni osservabili nel microbiota intestinale umano. Allo stesso modo, molte altre condizioni croniche, come le malattie infiammatorie intestinali, asma e allergie, artrite reumatoide, e persino l’encefalomielite mialgica (meglio conosciuto come "sindrome da stanchezza cronica"), sono stati collegati con situazioni di disbiosi (disequilibrio) della flora intestinale. Gli scienziati e l'opinione pubblica hanno dimostrato grande interesse per queste intriganti connessioni. Sembra infatti che la flora intestinale, con le sue strette relazioni con i processi metabolici ed il sistema immunitario potrebbe potenzialmente essere il cardine per un buono stato di salute, venendosi a trovare sostanzialmente all'“intersezione” dei vai processi che nel nostro corpo possono influenzare il rischio di malattie. In realtà, il mio lavoro (è Patrice D. Cani che scrive - ndr) si concentra sulla comprensione di come la flora intestinale influenzi il metabolismo e l'immunità in modo tale da determinare in modo significativamente positivo un ampio ventaglio di parametri basilari per la salute, in particolare nei riguardi di obesità e diabete di tipo 2. Senza dubbio, il potenziale dell’intervento diretto sul microbiota intestinale per migliorare la salute umana è molto grande, tanto che a questo punto potremmo chiederci: “il microbiota intestinale è destinato ad essere la soluzione a tutti i nostri problemi di salute?" Nel mio recente commento pubblicato in Nature Reviews Gastroenteroly and Hepatology, ho sollevato la questione su ciò che dovremmo aspettarci per il futuro sul tema scientifico della flora intestinale. Con più di 3000 articoli scientifici sul microbiota pubblicati nel 2016, abbiamo ottenuto una quantità di dati come mai in passato. Eppure, abbiamo la necessità di essere ancora più sicuri che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. La distinzione tra correlazione e causalità è della massima importanza quando si tratta di flora intestinale. Una volta che una correlazione tra la malattia e la disbiosi intestinale è stata stabilita, i ricercatori hanno bisogno di intraprendere sperimentazioni ben progettate (comprese quelle in modelli animali) per capire “cosa” sta causando “cosa”. Da quel punto in poi, potremo essere in grado di sviluppare nuove terapie per affrontare la causa principale di una malattia. Un altro ostacolo per procedere con certezza sono i limitati dati (nonostante l’ampia produzione di letteratura scientifica degli ultimi anni) che attualmente abbiamo a disposizione. La maggior parte degli studi pubblicati fino ad oggi ha preso in esame un campione del microbiota intestinale in un determinato punto nel tempo. In pratica è stata fatta una singola “istantanea”. Si può dunque facilmente comprendere come una singola “istantanea” non sia sufficiente per determinare come dovremo modificare il microbiota, al fine di migliorare positivamente il nostro stato di salute. La medicina ha molti esempi che evidenziano come una diagnosi non può spesso essere basata su una “singola” analisi; piuttosto, la corretta raccolta di diverse misurazioni deve essere effettuata nei tempi più corretti e quindi interpretata nel suo insieme. Per poter utilizzare il microbiota per migliorare la capacità di diagnosi ed il trattamento delle malattie che conosciamo, ci sarà probabilmente bisogno di prendere in considerazione non solo i microbi intestinali, ma anche gli stessi metaboliti, i fattori genetici, lo stato nutrizionale e le abitudini alimentari del soggetto preso in esame. Inoltre, abbiamo bisogno di sapere quando e quanto spesso dovremo misurare questi fattori. Ci stiamo muovendo in avanti passo dopo passo nella comprensione del ruolo del microbiota intestinale in diverse malattie. Nei futuri decenni, alcune delle correlazioni che vediamo oggi diverranno probabilmente utili per nuove terapie e altre sfortunatamente no. Il microbiota è costantemente influenzato da molti fattori - di cui, il più importante e controllabile è l’alimentazione - e nel corso del tempo potremo capire come ottenere un 'ideale' microbiota intestinale e come puntare a renderlo tale agendo sulla dieta e su altri fattori inerenti lo stile di vita o anche somministrando nuovi trattamenti medici che avranno come bersaglio la comunità microbica intestinale. Quindi, anche se potrebbe essere vero che il microbiota intestinale è al “all'intersezione di tutto”, non possiamo lasciarci andare a facili entusiasmi sulla base dei dati attuali. Dobbiamo dare a queste complesse interazioni il tempo di essere sviscerate così da poter giungere ad una comprensione più profonda del microbiota intestinale sia in salute che in malattia. Insomma, c'è molto da scoprire, ma i futuri anni potrebbero aprire a nuove opportunità teraputiche un tempo difficilmente immaginabili. Già da molto tempo, il corretto "funzionamento" del nostro intestino viene considerato fondamentale per la salute di tutto il nostro organismo.
Molti autori definiscono infatti l'intestino anche come "il secondo cervello" evidenziando con questa definizione come uno stato di corretto equilibrio della nostra flora intestinale sia in grado di essere in relazione con il benessere di tutto il corpo, oltre ad avere un'influenza diretta sulla regolazione di emozioni, umore e piacere. Sulla scia dei tanti recenti studi sul microbiota (un filone interessantissimo che apre nuove prospettive in campo medico) proprio in questo mese di marzo sono state pubblicate due nuove ricerche che hanno evidenziato il ruolo di alcuni probiotici (più conosciuti impropriamente come "fermenti lattici") nello sviluppo e nella gestione di rinite allergica e asma. Un team di ricercatori italiani ha infatti recentemente pubblicato sull'Italian Journal of Pediatrics i risultati di uno studio secondo il quale si è dimostrato che una miscela di probiotici (appartenenti al genere dei Bifidobatteri) sia in grado di modulare la risposta immunitaria e anti-infiammatoria in bambini con asma intermittente e rinite allergica. E' stato infatti provato che rispetto al placebo il gruppo di bambini (di età compresa tra i 7 e gli 11 anni) al quale era stato somministrata una miscela di Bifidobacterium longum BB536, B. infantis M-63 e B. breve M-16V aveva avuto un significativo miglioramento della sintomatologia e della qualità di vita nella rinite indotta dai pollini e nell'asma intermittente. A pochi giorni di distanza, un altro studio, pubblicato a sua volta sull'American Journal of Clinical Nutrition, ha evidenziato in modo analogo come una miscela di diversi probiotici (in questo caso Lactobacillus gasseri KS-13, Bifidobacterium bifidum G9-1 e Bifidobacterium longum MM-2) abbia potuto migliorare in modo significativo rispetto al placebo la qualità della vita in pazienti affetti da rinocongiuntivite allergica (in quest'ultimo caso i pazienti erano soggetti adulti tra i 26 e i 28 anni). Seppur in entrambi gli studi gli autori riferiscano di dover ancora investigare i meccanismi di azione attraverso i quali la modulazione della flora intestinale sia in grado di agire nella risposta allergenica, resta piuttosto interessante osservare come il nostro "intestino" sia in grado di regolare in modo piuttosto sostanziale diversi aspetti legati al nostro stato di salute. In parole povere, un utilizzo "mirato" di probiotici sembra poter migliorare la sintomatologia di chi soffre di allergie e asma, migliorando sensibilmente la sua qualità di vita e (probabilmente) riducendo anche l'utilizzo dei "classici" farmaci sintomatici. Va sottolineato infine come anche questi ultimi studi confermano che la conoscenza del microbiota e le nuove possibilità aperte dagli studi sui geni della flora intestinale (microbioma) potrebbero rappresentare uno dei filoni di ricerca più interessanti e avvincenti della medicina del futuro. |
Perchè questo blog?"Pillole di benessere" è il mio "block notes" virtuale. Qui appunto le mie riflessioni sulle più recenti evidenze cliniche su stili di vita, nutrizione e integrazione alimentare. Archivi
Febbraio 2019
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