Francesco Fratto | Lifestyle Trainer
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Gli integratori "fondamentali"

15/1/2017

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In un mare "virtuale" di notizie e di nuove evidenze scientifiche non è sempre facile orientarsi e capire su quali fonti fare affidamento.
Pubblicità più o meno occulte, redazionali "sponsorizzati", ricerche "pilotate", scelte terapeutiche "condizionate" sono spesso i nemici più insidiosi del nostro benessere.
Inutile negare che la salute, oltre ad essere un nostro patrimonio da preservare, è anche un appetitoso mercato sul quale investire. In particolare, c'è da evidenziare che negli ultimi anni, visto l'alto livello raggiunto nella realizzazione di farmaci in grado di rispondere efficacemente alla maggior parte delle patologie oggi trattabili e vista, al tempo stesso, la difficoltà di individuare nuove molecole in grado di fare "realmente" la differenza rispetto ai medicinali già presenti sul mercato, l'industria farmaceutica (e non solo) sta virando con sempre più decisione verso il campo della prevenzione e del mantenimento del benessere, consigliando e sviluppando una miriade di integratori e nutraceutici.
Farmacie, parafarmacie, erboristerie, corner e scaffali di supermercati, siti web, aziende multilevel propongono costantemente nuovi e interessanti prodotti integrativi. 
Tuttavia, in un campo non strettamente regolamentato come quello del farmaco, capita frequentemente di imbattersi in proposte non sempre affidabili, vuoi per la qualità o la quantità dei principi attivi, vuoi per la scarsa chiarezza nella composizione degli ingredienti, vuoi per la non soddisfacente documentazione clinica delle promesse che vengono presentate al consumatore finale. 
Avremo modo di scrivere su questo blog come poter selezionare gli integratori migliori imparando, ad esempio, a leggere le etichette o a valutare la sicurezza di una formulazione, ma nel frattempo, credo possa essere utile a molti individuare quali prodotti sono utili, se non praticamente indispensabili, da assumere quotidianamente sulla base di solide evidenze cliniche.
Una sorta di "fondamenta" della nostra integrazione quotidiana che non può prescindere né sostituire una corretta alimentazione ed uno sano stile di vita.
Vediamo allora quali sono i tre integratori "essenziali" per il nostro benessere e che, in generale, andrebbero assunti regolarmente per un miglior funzionamento del nostro organismo.

- Un multivitaminico: sul mercato sono presenti moltissimi multivitaminici di buona fattura. Quasi tutte le più importanti multinazionali hanno sviluppato il proprio "brand" con formulazioni di buona qualità e in grado di soddisfare le esigenze di varie fasce delle popolazione, in base al sesso o all'età stessa. Scegliete in base ad un corretto rapporto qualità/prezzo, possibilmente diffidando da prodotti che si posizionano a livello di costo nettamente al di sotto della media del mercato.
Un buon multivitaminico vi aiuterà a integrare nella vostra dieta tutti quei micronutrienti ed elementi essenziali che dovreste apportare al vostro organismo mangiando le giuste quantità di frutta e verdura (almeno 5 porzioni al giorno). Tuttavia, anche per chi riuscisse a rispettare le dosi raccomandate giornaliere di frutta e verdura, c'è da sottolineare che i processi di produzione, la cottura e la qualità dei prodotti alimentari stessi spesso non garantiscono le necessarie quantità di micronutrienti ottenute dai soli alimenti.
Una compressa al giorno di multivitaminico, preferibilmente dopo colazione, è quindi  un buon modo di sopperire ad eventuali lacune della vostra dieta. Alcuni autori suggeriscono di utilizzare l'integrazione con un multivitaminico per 3/4 giorni a settimana, così da evitare eventuali accumuli indesiderati. Altri preferiscono suggerire cicli di 30 giorni con una breve interruzione di 7/10 giorni, tra un ciclo e l'altro.
Personalmente, consiglio di non farvi mai mancare la vostra integrazione quotidiana nei casi di sovraffaticamento fisico o mentale, in concomitanze dei periodi influenzali, durante periodi di intensa attività fisica ed ogni qual volta dovete affrontare fasi lavorative o personali di forti stress.

- Omega 3: gli Omega 3 sono una categoria di acidi grassi appartenenti al gruppo dei cosiddetti “grassi buoni”. Sono dei costituenti fondamentali per l'integrità delle membrane cellulari. 
Studi epidemiologici iniziati intorno agli anni '70 evidenziarono che gli "Inuits", una popolazione eschimese che si cibava prevalentemente di pesce proveniente dalle coste della Groenlandia e del Giappone, presentavano un'incidenza particolarmente bassa di malattie all'apparato cardiovascolare, nonostante un apporto ridotto di vegetali freschi. Gli studiosi approfondirono le loro valutazioni e considerarono che tale protezione poteva essere correlata al tipo di alimentazione che prevedeva una dieta ricchissima in pesce e che potremmo schematicamente definire "marittima". Ecco perché le nostre nonne obbligavano i bambini al consumo di olio di fegato di merluzzo sebbene sia rivoltante. Quell'olio forniva 2,5 gr di omega-3, ma altrettanti inquinanti e quantità eccessive di vitamina A.
Attualmente, i nutrizionisti consigliano di introdurre nella dieta fonti ricche di omega-3 quali il pesce (azzurro, salmonidi non di allevamento, tonno ecc.), integrando l'alimentazione con integratori a base di olio di pesce altamente concentrato in acidi grassi poliinsaturi.
Gli oli di pesce devono le loro proprietà salutistiche alla presenza di alte concentrazioni di acidi grassi poliinsaturi a lunga catena (LC-PUFA) della serie omega-3, in particolare  l'acido eicosapentaenoico (EPA) e  l'acido docosaesaenoico (DHA).
Gli omega-3 di origine vegetale (ad esempio ALA acido alfa linoleico) sono acidi grassi essenziali che non vengono prodotti dal nostro organismo, mentre EPA e DHA possono essere sintetizzati dalle reazioni enzimatiche del nostro organismo a partire proprio da ALA. Questo processo è però insufficiente per garantire livelli di EPA e DHA utili per i loro effetti fisiologici.
Questo è un altro motivo per cui è preferibile che tali sostanze vengano integrate con la dieta mediante il consumo di pesci ricchi in omega-3 o mediante integratori nutrizionali.
Gli effetti positivi degli Omega 3 sono stati abbondantemente studiati e dipendono dal prevalere dei fattori protettivi su quelli inducenti rischio e possono essere schematicamente riassunte in: 
  • Riduzione di Triglicerdi e aiuto al bilancio dei lipidi plasmatici.
  • Benefici cardiovascolari (azione antriaggregante, azione antiaritmica, azione aantipertensiva)
  • Azione antiinfiammatoria. 
  • Benefici per il sistema nervoso centrale, benefici per la funzione visiva.
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Oltre a queste documentate azioni, sono state evidenziate anche alcune proprietà molte promettenti che potrebbero interessare un effetto protettivo anche dalle malattie autoimmuni, dal diabete di tipo II, dall'Alzheimer financo da alcuni tipi di tumore.

L'olio di pesce è un prodotto naturale, soggetto quindi a variazioni nella composizione legate alle diverse tipologie di pesci dai quali viene estratto, agli eventuali inquinanti che possono essere presenti (metalli pesanti, diossine etc) e facilmente deteriorabile in seguito a processi di ossidazione. Gli attuali processi tecnologici permettono però di ottenere, a partire da oli di elevata qualità, prodotti standardizzati, e raffinati, nei quali si ottiene una concentrazione delle frazioni attive (DHA e EPA) ben misurata e riproducibile.
Data la possibilità che pesci utilizzati per la produzione degli oli ricchi in omega-3 siano contaminati da piombo, cadmio e diossine i produttori di EPA e DHA più quotati hanno emesso delle linee guida che fissano limiti molto stringenti per questi inquinanti ed in particolare massimo 2pg/g di diossine e meno di 0,1mg/Kg per metalli pesanti.
La distillazione molecolare è tra le più recenti tecnologie che permettono l'ottenimento di un olio di pesce con elevato grado di purezza, di digeribilità, nonché con minor retrogusto.
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​I nutrizionisti sottolineano che sarebbe opportuno consumare dalle 2 alle 3 porzioni settimanali di pesce, ponendo attenzione anche al metodo di cottura (da preferire le cotture al forno, in umido o alla griglia) per non alterare le caratteristiche nutrizionali dell'alimento. Dal momento che tale regola viene difficilmente seguita spesso per cause pratico-economiche, l'integrazione di olio di pesce ricco in EPA e DHA è raccomandabile sia al soggetto sano che al soggetto affetto da patologie più o meno gravi, seguendo i seguenti schemi di dosaggio:

- 500 mg/die tra EPA e DHA per il soggetto sano che segue una dieta povera di pesce, per il soggetto allergico-asmatico, durante una dieta ipocalorica dimagrante, per lo sportivo, per la gestante, per il benessere di pelle e annessi cutanei, per i soggetti con scarsa qualità del sonno e per i soggetti affetti ciclicamente da periodontiti;

- 1 gr/die tra EPA e DHA in caso di ipercolesterolemia e trigliceridemia di grado medio-elevato come integrazione nutrizionale. Può essere consigliata sotto controllo medico nei casi di ipertensione, di morbo di Crohn, di sindrome di Meniere, recenti studi ne mettono in evidenza i benefici nel caso di alcuni disturbi del sistema nervoso, di situazioni infiammatorie croniche come artrite-artrosi;

- da 2 a 5 gr/die tra EPA e DHA sotto controllo medico e in caso di ipercolesterolemia e ipertrigliceridemie particolarmente gravi.

In commercio esistono molti prodotti tra specialità medicinali e integratori alimentari, difficilmente valutabili sotto il profilo qualitativo data l'impossibilità di risalire all'origine delle materie prime. Sono fondamentali le analisi che attestino l'assenza di inquinanti quali metalli pesanti, residui dovuti ai metodi di estrazione, contaminanti organici di diversa origine, conservanti anche se di grado alimentare. Non ultima è da valutare inoltre la quantità di olio di pesce per capsula, il titolo in acidi grassi poliinsaturi totali e soprattutto in EPA e DHA (la cui somma è bene sia almeno il 50-60% del totale dell'olio di pesce contenuto in 100 grammi ).
Per questi motivi l'efficacia e la sicurezza degli integratori contenenti oli di pesce è fortemente legata alla qualità delle materie prime utilizzate che deve soddisfare i requisiti di contenuto in attivi, ma deve anche essere accuratamente controllata per quanto riguarda la presenza di inquinanti.
Diffidate da marche e offerte che propongono l'olio di pesce a prezzi marcatamente più bassi della media del mercato.
E' infine bene sapere che vi è un sito internazionale ed indipendente, denominato "programma IFOS" che dispone di una banca dati online pubblica, che permette di sapere se l’azienda da cui si intende acquistare Omega-3 disponga della certificazione e se il lotto commerciale sia stato analizzato e certificato. Questo il link: International Fish Oil Standards - IFOS.

- Vitamina D: non passa giorno senza che esca una nuova pubblicazione scientifica sui tanti benefici di questa vitamina. In realtà, con il termine di Vitamina D si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5, di cui indubbiamente le più utilizzate in ambito clinico son la vitamina D2 (ergocalciferolo, di provenienza vegetale) e la vitamina D3 (colecalciferolo, derivato dal colesterolo animale). 
Il nostro organismo è in grado di sintetizzare la Vitamina D3 a livello della cute attraverso l'esposizione al sole. Tuttavia, per ottenere una corretta quantità di Vitamina D3 è necessario esporsi al sole a petto nudo, nelle prime ore del mattino o verso il tramonto, orari in cui non è necessario proteggersi con i filtri solari (che non renderebbero possibile la sintesi della vitamina). Quando questo non sia possibile e nei mesi invernali, dato che le quantità assimilabili con il cibo sono molto scarse, ecco che l'integrazione di Vitamina D3 può apportare al nostro organismo innumerevoli benefici.
Questa vitamina è infatti in grado di ottimizzare l'assorbimento di calcio dall'intestino, prevenendo efficacemente osteoporosi, fratture, rachitismo e carie dentali; contribuisce alla salute neuromuscolare; ha un effetto immunomodulatore in grado di prevenire lo sviluppo di patologie autoimmuni (artrite reumatoide, psoriasi...);  agisce sul sistema cardiocircolatorio, diminuendo il rischio di ipertensione e patologie cardiovascolari; evita l'indebolimento delle giunture della barriera intestinale, rendendola meno permeabile, consentendo così di rafforzare il nostro sistema immunitario e diminuendo le infiammazioni alimentari...
Per brevità, ho elencato solo alcuni dei molti benefici attribuibili sulla base di solide evidenze cliniche alla Vitamina D, rimandando gli approfondimenti ai tanti siti di divulgazione scientifica che trattano esaustivamente questi temi.
Per quanto riguardo i dosaggi si va dai 5 mcg di Vitamina D indicati come Valore nutritivo di riferimento giornaliero ai sensi del Reg. (UE) n.1169/2011 a dosaggi più "terapeutici" proposti da diversi autori che prevedono una dose che va dalle 2.000 alle 10.000 UI al giorno a seconda del periodo dell’anno, dei valori del sangue di 25(OH)D e dall’azione terapeutica che si vuole ottenere. In questi ultimi casi è bene tuttavia, confrontarsi con il proprio medico di base per personalizzare sulla base del proprio stato di salute la dose più corretta individualmente.
​Buona Vita!
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Difendiamoci "naturalmente"...

1/11/2016

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L’arrivo dell’autunno e dei primi freddi porta con sé inevitabilmente anche il suo carico di malattie da raffreddamento, dai più “semplici”, ma sempre fastidiosi mal di gola alle sindromi influenzali vere e proprie.
I numeri possono variare in base a diversi fattori, ma le patologie “invernali” ogni anno colpiscono in media 22 milioni di italiani, una cifra davvero importante.
 
I maggiori responsabili di queste “epidemie” sono generalmente dei virus: quelli di tipo influenzale (di tipo A o B) nel caso appunto dell’influenza o uno tra gli oltre duecento diversi tipi di virus (rinovirus, adenovirus, virus parainfluenzali, metpneumovirus…) che causano varie patologie, tra cui i comuni raffreddori, faringiti, tosse, raucedine e altre sindromi parainfluenzali.
 
Le infezioni virali provocano nell’uomo una risposta immunitaria che generalmente elimina il virus infettante nel giro di qualche giorno.
In questi casi è bene utilizzare qualche rimedio “sintomatico” per attenuare i sintomi più fastidiosi ed armarsi di un po’ di pazienza, concedendoci un po’ di riposo “forzato” per permettere al nostro sistema immunitario di rispondere in modo efficace all’indesiderato ospite temporaneo.
 
E’ bene invece sottolineare che l’uso degli antibiotici deve essere limitato solo ed esclusivamente nei casi di sovra infezioni batteriche, che possono talvolta insorgere nei soggetti più deboli, dopo una valutazione attenta con il proprio medico curante.
 
Tuttavia i ritmi della vita moderna non ci permettono sempre di adeguarci ai bisogni del nostro corpo e sempre più spesso si avverte la necessità di un’efficace prevenzione nella speranza di passare “indenni” la stagione fredda.
 Per questo proposito, insieme al vaccino antinfluenzale (che agisce “solo” contro il virus dell’influenza e non sui vari virus parainfluenzali) possiamo disporre anche di diversi rimedi “naturali” in grado di stimolare il sistema immunitario.
Una delle principali forme di prevenzione che possiamo adottare è riuscire a mantenere un’adeguata assunzione nel nostro organismo di alcune vitamine, grazie ad una sana alimentazione, ricca di frutta e verdure.
In alcuni casi, laddove la dieta non sia in grado di soddisfare i corretti fabbisogni giornalieri, possiamo inoltre aiutarci con opportuni integratori alimentari.

Tra le vitamine più note e “potenti” nel supportare il nostro sistema immunitario  ricordiamo la vitamina C (o acido ascorbico), contenuta in molti frutti e ortaggi, in modo particolare negli agrumi (arance, mandarini, limoni…).
Il fabbisogno di questa vitamina aumenta con l’età quindi un’integrazione adeguata contribuirà a ridurne l’impoverimento, specie nei soggetti più anziani.
La maggior parte della vitamina C viene eliminata dal corpo in tre/quattro ore ed il suo consumo aumenta in condizioni di stress: ecco perché per mantenere un giusto livello di vitamina nell’organismo, è opportuno assumerla ad intervalli di tre o quattro ore, specie in caso di malattia o di periodi di intenso affaticamento.
Il fabbisogno giornaliero può variare a seconda della situazione individuale e della condizione fisica, partendo da una dose minima di 60 milligrammi al giorno per gli adulti per arrivare ai due grammi al giorno, dosaggio consigliato per ridurne la durata di un raffreddore.
 
Analogamente, anche la vitamina A, contenuta nel pesce, nel latte, nelle uova, nei vegetali a foglia verde e nei frutti giallo/arancio, aiuta il sistema immunitario grazie alle sue spiccate attività antiossidanti.
Anche la vitamina E, la vitamina D e lo zinco svolgono un importante ruolo di prevenzione dalle infezioni respiratorie e riducono la durata e l’entità di raffreddore e sintomi influenzali.

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Inoltre, per aumentare la risposta immunitaria del nostro organismo possiamo disporre di alcuni rimedi fitoterapici di discreta efficacia.
Tra le piante con virtù immunostimolanti maggiormente utilizzate in tutto il mondo va sicuramente ricordata l'Echinacea: pianta erbacea perenne originarie del Nord America, utilizzata già nella medicina dei pellerossa contro le febbri di varia natura.
Attualmente diversi studi clinici hanno dimostrato l’efficacia  di Echinacea  sia in profilassi che come trattamento ai primi segni di infezione delle vie respiratorie.
Tuttavia la documentazione di efficacia clinica è controversa dato che molti studi clinici mancano di tracciabilità botanica, non distinguendo correttamente le specie utilizzate nei preparati impiegati nelle sperimentazioni stesse.
Ecco perché, soprattutto nella scelta dei rimedi a base di Echinacea è bene sentire il parere di un professionista di fiducia in grado di consigliarvi al meglio e non affidarsi al fai da te.
 
Molto interessante è anche il profilo farmacologico dell’Astragalo, pianta il cui uso nella prevenzione delle affezioni delle vie respiratorie deriva dalla tradizione millenaria della medicina cinese.
Gli studi clinici non sono molti, ma incoraggianti, specie se uniti ai numerosissimi studi descrittivi provenienti dalla Cina.
La dose consigliata è di 600-800 mg al giorno di estratto secco titolato al 35% in polisaccaridi.
 
Sempre guardando verso oriente, in particolare dall’India e dalla tradizione ayuverdica, ci viene in soccorso un ulteriore rimedio naturale, ovvero l’ Andrographis Paniculata, pianta arbustiva originaria dell’Asia spesso dimenticata nella pratica occidentale, ma utilizzata da millenni nel trattamento e nella prevenzione di infezioni, infiammazioni, raffreddore e disturbi intestinali.
La dose raccomandata è di 600 mg 2 volte al giorno di estratto secco delle foglie con titolo di almeno il 10% in andrografolidi, componenti attivi responsabili dell’azione immunostimolante e antinfiammatoria della droga.
 
Infine, ma non meno importante, giova ricordare come un corretto equilibrio della flora intestinale sia fondamentale per una migliore efficienza del sistema immunitario.
In questo senso anche un utilizzo mirato e personalizzato di probiotici e prebiotici (comunemente detti “fermenti lattici”) può aiutare a difenderci ulteriormente e con più efficacia dalle temute e fastidiose malattie da raffreddamento.
Buona Vita!


Articolo pubblicato su Portogruaro.net Magazine Novembre/Dicembre 2016

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Dottor google e la medicina "fai da te"

1/10/2016

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​Siamo nell’era del web 2.0. Il nostro stile di vita sta cambiando radicalmente.
Ora possiamo navigare in internet, trovare una strada, acquistare un libro, prenotare una visita e molto altro ancora direttamente dal nostro cellulare. Senza uscire di casa. In pochi istanti.

E’ notizia di questi mesi che negli Stati Uniti il colosso delle ricerche online, Google, ha potenziato il suo motore di ricerca per aiutare gli utenti ad ottenere una prima diagnosi attraverso l’inserimento dei sintomi. Una sorta di Dottore Virtuale a portata di “clic” che potrebbe presto sbarcare anche in Europa ed in Italia.
Considerando che circa l’1% di tutte le ricerche effettuate su Google sono relative a sintomi o malesseri e che tale percentuale, seppur apparentemente esigua, si traduce in milioni di ricerche giornaliere è facile comprendere come questo strumento si appresti a diventare in poco tempo molto popolare.

Tuttavia, il nostro benessere non è cosa da prendere con “approssimazione”.
Se è indubbio che il progresso e la tecnologia in campo medico ci stiano aiutando a migliorare gli strumenti terapeutici e le possibilità di prevenzione di molte malattie un tempo incurabili, è altrettanto vero che il web, quando si tratta di salute, rischia di produrre molta confusione se non talvolta di indurci a comportamenti che possono risultare alla lunga profondamente scorretti o poco salutari.
Ricette miracolose, ma non dimostrabili, articoli creati ad hoc, pubblicità astutamente occultate in redazionali pseudoscientifici, bufale salutiste acchiappa-clic sono tra le tante insidie che si nascondono tra le pagine virtuali del web.
Non è facile districarsi e seguire i consigli più corretti se non si ha una solida capacità di confutare le tante “verità” contenute in internet.

Tra i tanti equivoci che nascono con la medicina fai da te, c’è indubbiamente la tendenza ad affidarsi sempre di più alle cosiddette medicine alternative, spesso ammantante da un’aurea di fascino esotico e di “totale sicurezza”.
Molto spesso però omeopatia, fitoterapia, naturopatia, medicina ayuverdica, medicina cinese, omotossicologia vengono confuse e raggruppate indistintamente sotto il termine di medicina “naturale”.
Pur senza addentrarci nella validità scientifica di ognuno di questi metodi naturali, è bene evidenziare tuttavia che ognuna di queste pratiche ha approcci ed origini diversi.
In particolare, si tende molto spesso a confondere la fitoterapia con l’omeopatia, utilizzando i due termini come due sinonimi piuttosto che considerarli come approcci terapeutici in buona parte dissimili.
La fitoterapia si fonda sull'utilizzo di erbe o piante per la cura di patologie o per il mantenimento dello stato di benessere. E’ certamente la prima e più antica forma di medicina utilizzata dall’uomo. Ogni pianta medicinale ha una sua propria composizione chimica che comprende un numero più o meno ampio di sostanze (principi attivi) in grado di esplicare un’azione terapeutica, grazie ad un’attività di tipo “farmacologico”.
Molti dei farmaci venduti in farmacia derivano da principi attivi di tipo fitoterapico.
Ad esempio, dal salice si produce la salicina, precursore “naturale” della più famosa Aspirina (acido acetilsalicilico) così come dalla Serenoa Repens, pianta della famiglia delle Arecaceae, si ottiene uno dei farmaci sotto ricetta medica più utilizzati nel trattamento della ipertrofia prostatica benigna.
Le stesse farmacopee (il testo ufficiale con cui ogni Stato indica le caratteristiche e la qualità dei farmaci utilizzabili in quel paese) si avvalgano di principi attivi derivati da piante medicamentose sulla base di consolidati e dimostratati utilizzi clinici nell’uomo.
Pertanto quando parliamo di fitoterapia (così come di prodotti erboristici) stiamo parlando di sostanze capaci di esplicare una determinata azione farmacologica in grado di indurre una risposta terapeutica più o meno evidente, se utilizzate ai dosaggi opportuni.

Non è quindi possibile affermare che le sostanze “naturali” o meglio i prodotti derivati dal mondo vegetale siano tout court esenti da eventi indesiderati. In quanto dotati di attività farmacologica tutti i prodotti fitoterapici, sia quelli venduti in farmacia che quelli reperibili in erboristeria o direttamente sugli scaffali del supermercato possono indurre reazioni avverse se utilizzati ai dosaggi sbagliati o impropriamente.

D'altronde, chi potrebbe mai sostenere che la cocaina o la stricnina (due prodotti “naturali” estratti da due piante, rispettivamente dalle foglie dell’Eritroxylon Coca e dai semi della noce vomica e della fava di S. Ignazio) siano sostanze “innocue”?
E’ invece generalmente vero che in confronto alle specialità medicinali l’azione dei fitocomplessi è più lenta, ma aggiungendosi una serie di meccanismi accessori al meccanismo d’azione principale si ha un’azione finale terapeuticamente efficace e meno tossica.
Tuttavia, non è certamente possibile affermare che “tutto quello che è naturale non fa male”.
L’omeopatia d’altro canto rappresenta un ulteriore approccio terapeutico piuttosto dissimile dalla medicina “convenzionale” e quindi anche dalla stessa fitoterapia (anche se con quest’ultima “condivide” l’impiego di alcuni rimedi, quali ad esempio le tinture madri).
L’omeopatia tuttavia ha una caratteristica più olistica, basata sul principio del “simile cura simile” (
similia similibus curantur) così come definito dal medico che per primo introdusse questa pratica nel XIX secolo, ovvero il dott. Samuel Hahnemann.
Secondo i principi dell’omeopatia ogni patologia va curata somministrando a bassissime dosi (infinitesimali) quelle sostanze che sono in grado di provocare gli stessi disturbi o sintomatologie nel soggetto sano.
Questo stimolerebbe il nostro organismo a produrre una reazione in grado di rispondere efficacemente alla manifestazione dei sintomi fino alla guarigione.
Per certi versi, l’omeopatia è più simile ad un vaccino che non ad un antibiotico o ad un antifiammatorio.
Per esempio, si usano gli estratti diluiti del veleno di ape (
apis) per curare le punture di ape e tutte le punture di insetto che provocano sintomi simili a quelli della puntura dell’ape (similimum). Diluendo in acqua fino a quantità infinitesimali le varie sostanze e scuotendo di volta in volta le soluzioni ottenute alle diverse concentrazioni (dinamizzazione) si possono eliminare le proprietà tossicologiche esaltando invece quelle terapeutiche, grazie all’energia trasmessa dalla dinamizzazione.
L’infintesimale diluizione dei rimedi omeopatici rappresenta tuttavia il principale motivo di perplessità sul funzionamento dell’omeopatia da parte della medicina “ufficiale”, ovvero quella che si basa sul “metodo scientifico”, dal momento che in un granulo omeopatico non è possibile determinare chimicamente la presenza di molecole attive che non siano il solvente (l’acqua) o il mezzo di dispersione (lattosio).
Da queste sintetiche e non sicuramente esaustive considerazioni si può però facilmente comprendere come sia l’omeopatia che la fitoterapia siano approcci terapeutici per molti tratti diversi e che necessitano di uno studio approfondito per essere utilizzati al meglio.
Piuttosto che dedicare troppo tempo a ricerche fai da te, rischiando equivoci o fraintendimenti sulla nostra salute, è bene sempre ricordare che un medico così come un farmacista che abbiano approfondito queste materie siano senza dubbio la risorsa migliore per un consulto sul nostro benessere. 
​Buona Vita!
Articolo pubblicato su Portogruaro.Net Magazine Settembre/Ottobre 2016
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