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Perchè il CACAO piace anche al tuo intestino

16/9/2017

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Photo: © Krista McPhee on Unsplash
Gli amanti del cioccolato possono essere contenti: questa dolce golosità non è solo molto gustosa, ma gli studi scientifici dimostrano che può anche favorire i batteri "buoni" dell'intestino riducendo l'infiammazione nell'intestino.
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Innanzitutto, ricordiamo un aspetto fondamentale: nel nostro intestino vivono trilioni di batteri che contribuiscono in modo determinante alle funzionalità del nostro sistema immunitario, al metabolismo e ad altri processi essenziali per la salute umana.

Quando il delicato equilibrio di questi microbi intestinali viene alterato, possono insorgere anche avere gravi conseguenze.
La sindrome del colon irritabile, la sindrome da stanchezza cronica, i disturbi dello spettro autistico, le allergie, l'asma e finanche il cancro sono strettamente correlati ad alterazioni del microbioma intestinale.

Una dieta salutare giova alla biodiversità batterica e conseguentemente alla salute più in generale, ma può il cioccolato entrare in gioco in questo delicato meccanismo?


Vantaggi del cacao

Il cacao è la componente secca e non grassa ottenuta dai semi dell'albero di Theobroma cacao ed è anche l'ingrediente che conferisce al cioccolato il suo caratteristico gusto.

Al cacao e alle sue potenti finzioni antiossidanti sono stati attributi molti benefici per la salute, tra cui la capacità di abbassare il colesterolo, rallentare il declino cognitivo e mantenere il cuore più sano.

Il metabolismo del cacao dipende in parte dai batteri che popolano il nostro intestino.

Il corpo umano è in grado di assorbire solo alcuni dei nutrienti nel cioccolato.
Come tale, abbiamo infatti bisogno dei nostri piccoli ospiti microbici per rompere le molecole più complesse, che altrimenti non saremmo capaci di metabolizzare nel nostro organismo, in componenti più piccoli e assorbibili.

Questa trasformazione ci consente di sfruttare appieno le molte molecole del cacao che promuovono la salute.

Ma non finisce qui.

Anche gli stessi microbi intestinali beneficiano di questa relazione, che a sua volta produce un effetto ancora maggiore sulla nostra salute.


Salute e infiammazione dell'intestino

Diversi studi dimostrano che il consumo di cacao aumenta i livelli dei cosiddetti batteri "buoni" nell'intestino.

I ricercatori del Dipartimento di Scienze alimentari e nutrizionali dell'Università di Reading nel Regno Unito hanno riscontrato un livello più elevato di specie di Lactobacillus e Bifidobacterium nell'intestino in uno studio con volontari umani che avevano bevuto latte al cioccolato ad alto contenuto di cacao per 4 settimane.

Lo stesso team di ricercatori aveva dimostrato in precedenza che i componenti del cacao possono ridurre la crescita dei batteri di Clostridium histolyticum, presente nell'intestino di individui con malattia infiammatoria intestinale.

In un altro studio condotto su maiali sono stati riscontrati livelli più numerosi di specie di Lactobacillus e Bifidobacterium nel colon in risposta ad una dieta ad alto contenuto di cacao.
È interessante notare che oltre ad aver contribuito a migliorare la salute dell'instestino dei suini, la dieta aveva evidenziato anche un evidente modulazione dei marcatori infiammatori locali intestinali.

I batteri "buoni", inclusi  Lactobacillus e Bifidobacterium, sono infatti implicati nella promozione attiva dei processi anti-infiammatori dell'intestino, assicurando una buona salute intestinale.


Cioccolato come componente di una dieta salutare

Attenzione però!

Anche se molti studi scientifici confermano che il cacao potrebbe essere utile per i nostri microbiomi intestinali, è bene sottolineare che il cacao non è uguale al cioccolato.

Gli estratti di cacao utilizzati nella ricerca non contengono gli alti livelli di zucchero e grasso presenti nelle nostre barre di cioccolato quotidiane.

Polvere di cacao senza zucchero o cioccolato fondente ad alto contenuto di cacao (almeno superiore all'85%) sono le alternative più vicine al cacao utilizzato in questi studi.

Consumato in moderazione, il cioccolato può quindi favorire i batteri amichevoli e, per estensione, un intestino più sano, mantenendo controllata l'infiammazione cellulare.


Le quantità "scientificamente" più opportune secondo una ricerca condotta dall’Università Cattolica di Campobasso in collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano, si attestano sul consumo di 6,7 grammi di cioccolato fondente al giorno, corrispondente a circa mezza tavoletta a settimana.

In queste quantità si era notato un effetto benefico del cacao contro le infiammazioni e le conseguenti patologie cardiovascolari, grazie alla presenza adeguata di antiossidanti, in particolare dei flavonoidi contenuti nel cacao.

Va infine sottolineato che il fabbisogno quotidiano di cioccolato, comunque, dipende molto dallo stato di salute e dalle caratteristiche personali di ciascuno di noi (anche perchè la composizione del microbiota di ogni individuo varia in base alla alimentazione, al sesso, all'eta e alle condizioni metaboliche in corso).

Per avere  delle indicazioni di massima potreste tenere a mente questo semplice schemino:
  • donna in gravidanza : 30 gr/giorno
  • bambini/adolescenti: 60 gr/giorno
  • adulti: 6,7 gr/giorno
  • soggetti con malattie cardio/vascolari: circa 100 gr/giorno

E sempre fondente con almeno l'85% di cacao!

Una considerazione finale.
Sebbene in molti casi introdurre adeguate quantità di cacao nella dieta può essere salutare, non va dimenticato che per chi soffre di gastrite, reflusso gastroesofageo e altre malattie infiammatorie intestinali, andrebbe sempre valutato con il proprio medico curante la possibilità di adeguare i propri bisogni alle considerazioni emerse in questo articolo.

Un "testo" non può mai sostiuire il consiglio di un operatore sanitario qualitificato quando si tratta di salute.

Buona Vita! 

Fonte: traduzione dall'inglese di "Why chocolate is good for your gut?"  da www.medicalnewstoday.com
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LA TUA DIETA NON FUNZIONA? LA COLPA POTREBBE ESSERE DEI TUOI BATTERI

13/9/2017

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© CanStockPhotos/BDS
Un recente studio danese ha evidenziato che la diversa presenza percentuale di alcuni tipi batteri intestinali potrebbe essere responsabile di quanto peso siamo in grado di perdere e, soprattutto, in base a quale tipo di regime alimentare. 
Le generiche "linee guida" dietetiche per tutta la popolazione potrebbero quindi, per alcuni tipi di persone, essere meno efficaci di quanto si potesse immaginare in passato.
​
Recentemente, un nuovo studio del Dipartimento di Nutrizione, Attività FIsica e Sport dell'Università di Copenaghen in Danimarca ha investigato se ed in che misura i microbimi intestinali possano influenzare o meno la capacità di perdere il peso in eccesso durante particolari regimi alimentari.

Come spiega il co-autore dello studio Prof. Arne Astrup, "i batteri intestinali umani sono stati correlati alla crescente prevalenza del sovrappeso e dell'obesità e la comunità scientifica ha iniziato a indagare se i batteri intestinali possano svolgere un ruolo nel trattamento del sovrappeso". 

"Ma è solo ora che abbiamo una svolta che dimostra che alcune specie batteriche svolgono un ruolo decisivo nella regolazione del peso e nella perdita di peso", 
​

I risultati di questo studio sono stati pubblicati a settembre 2017 nel Journal of International Obesity .

Lo studio ha reclutato 54 partecipanti. Di questi, 31 hanno deciso di seguire la New Nordic Diet, un insieme di linee guida dietetiche nazionali che promuovono il consumo di "frutta, verdura, fibra e cereali integrali". 

Lo scopo di questa dieta è quello di aiutare a diminuire il peso in eccesso e mantenere un indice di massa corporeo salutare (BMI).

Gli altri 23 partecipanti hanno seguito la dieta standard danese, che comprende tipicamente più carni e alimenti trasformati.

Tutti i partecipanti hanno seguito le loro rispettive diete per un totale di 26 settimane. 

Alla fine di questo periodo, le 31 persone della New Nordic Diet avevano perso una media di 3,5 chilogrammi, mentre gli altri 23 (con la dieta standard) avevano avuto una riduzione  media di 1,7 chilogrammi.

Tuttavia, anche se la New Nordic Diet è risultata essere più efficace nella promozione della perdita di peso rispetto alla dieta comune, i ricercatori hanno anche notato che la composizione del microbiota intestinale svolgeva un ruolo importante nel determinare o meno il calo ponderale.

Il Prof. Astrup ed il suo team hanno infatti sottolineato che i partecipanti che avevano un rapporto più elevato tra Prevotella e Bacteroides (due diverse specie di batteri intestinali) evidenziavano una maggiore riduzione di peso seguendo la New Nordic Diet rispetto alle persone che avevano seguito la dieta standard danese.

Tuttavia, le persone con un basso rapporto di batteri Prevotella/Bacteroides non mostravano una significativa perdita di peso pur seguendo la New Nordic Diet. I ricercatori inoltre hanno anche notato che circa la metà della popolazione esaminata aveva un più alto rapporto tra Prevotella e Bacteroides.

In conclusione, il team di ricercatori, ha evidenziato che solo il 50 per cento della popolazione avrebbe buone probabilità di un calo ponderale seguendo le nuove raccomandazioni alimentari danesi (che consigliano un maggior consumo di frutta, verdura, fibre e cereali integrali), mentre l'altra metà potrebbe non avere benefici significativi in termini ponderali da tale regime dietetico.

​Il Prof. Hjorth, primo autore dello studio, suggerisce che gli individui che, a causa della composizione del proprio microbiota intestinale, avessero meno probabilità di perdere peso o di rimanere in forma seguendo tali linee guida dietetiche "dovrebbero invece concentrarsi su altri regimi alimentari e sperimentare diverse raccomandazioni sull'attività fisica fino a trovare una soddisfacente strategia dietetica sulla base del proprio particolare metabolismo".

Da queste conclusioni si evince che potrebbe essere molto più utile individuare linee guida alimentari "su misura", adattate alle specifiche esigenze individuali, piuttosto che cercare di trovare generiche "ricette universali" adatte a tutta la popolazione.
​
This is a major step forward in personalized nutritional guidance. Guidance based on this knowledge of intestinal bacteria will most likely be more effective than the 'one size fits all' approach that often characterizes dietary recommendations and dietary guidance

​Prof. Mads Fiil Hjorth

Fonte: Medicalnewstoday
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    "Pillole di benessere" è il mio "block notes" virtuale.  Qui appunto le mie riflessioni sulle più recenti evidenze cliniche su stili di vita, nutrizione e integrazione alimentare.

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