Da qualche tempo osservo con interesse e sempre maggiore attenzione lo sviluppo della letteratura scientifica inerente al ruolo del microbiota intestinale in relazione al nostro benessere. Negli ultimi 2-3 anni il numero di studi scientifici su probiotici e microbiota è cresciuto in modo consistente così come l'attenzione da parte di medici, microbiologi e scienziati su questi argomenti. Attualmente, in Italia non sono molti i siti o i blog che trattano di questo argomento, anche se da qualche tempo sono apparsi i primi portali specifici sull'argomento come l'interessante Microbioma.it, che raccoglie le ultime novità in tema di pubblicazioni sui microbi del nostro organismo. Per il resto, la maggior parte dei riferimenti scientifici in rete è in inglese. Così, ho pensato di utilizzare il mio blog per riproporre in italiano alcuni degli articoli più interessanti che ho avuto occasione di trovare su altri siti di divulgazione scientifica, in modo di permettere a chi non abbia sufficiente familiarità con l'inglese di approfondire con più facilità questo argomento. Per questo primo "esperimento" ho scelto un interessante articolo pubblicato su "Gut Microbiota Health" (uno dei siti americani più conosciuti e approfonditi su questo tema) il cui titolo originale è "Will gut microbiota provide the solution to all of our health problems?", pubblicato on line il 28 giugno 2017 a firma di Patrice D. Cani, ricercatore del Fondo Belga per la Ricerca Scientifica (FRS-FNRS), responsabile del gruppo di ricerca del metabolismo e della nutrizione presso il Drug Research Institute di Lovanio (LDRI) della Università Cattolica di Louvain (UCL), Bruxelles, Belgio, e ricercatore del WELBIO (Wallon Excellence in Lifesciences e biotecnologie). Buona lettura! Sarà il microbiota intestinale la soluzione a tutti i nostri problemi di salute? "Le condizioni che comprendono alcune delle principali cause di mortalità in tutto il mondo - incluso obesità, diabete, malattie cardiovascolari finanche i tumori- sono collegate con le alterazioni osservabili nel microbiota intestinale umano. Allo stesso modo, molte altre condizioni croniche, come le malattie infiammatorie intestinali, asma e allergie, artrite reumatoide, e persino l’encefalomielite mialgica (meglio conosciuto come "sindrome da stanchezza cronica"), sono stati collegati con situazioni di disbiosi (disequilibrio) della flora intestinale. Gli scienziati e l'opinione pubblica hanno dimostrato grande interesse per queste intriganti connessioni. Sembra infatti che la flora intestinale, con le sue strette relazioni con i processi metabolici ed il sistema immunitario potrebbe potenzialmente essere il cardine per un buono stato di salute, venendosi a trovare sostanzialmente all'“intersezione” dei vai processi che nel nostro corpo possono influenzare il rischio di malattie. In realtà, il mio lavoro (è Patrice D. Cani che scrive - ndr) si concentra sulla comprensione di come la flora intestinale influenzi il metabolismo e l'immunità in modo tale da determinare in modo significativamente positivo un ampio ventaglio di parametri basilari per la salute, in particolare nei riguardi di obesità e diabete di tipo 2. Senza dubbio, il potenziale dell’intervento diretto sul microbiota intestinale per migliorare la salute umana è molto grande, tanto che a questo punto potremmo chiederci: “il microbiota intestinale è destinato ad essere la soluzione a tutti i nostri problemi di salute?" Nel mio recente commento pubblicato in Nature Reviews Gastroenteroly and Hepatology, ho sollevato la questione su ciò che dovremmo aspettarci per il futuro sul tema scientifico della flora intestinale. Con più di 3000 articoli scientifici sul microbiota pubblicati nel 2016, abbiamo ottenuto una quantità di dati come mai in passato. Eppure, abbiamo la necessità di essere ancora più sicuri che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. La distinzione tra correlazione e causalità è della massima importanza quando si tratta di flora intestinale. Una volta che una correlazione tra la malattia e la disbiosi intestinale è stata stabilita, i ricercatori hanno bisogno di intraprendere sperimentazioni ben progettate (comprese quelle in modelli animali) per capire “cosa” sta causando “cosa”. Da quel punto in poi, potremo essere in grado di sviluppare nuove terapie per affrontare la causa principale di una malattia. Un altro ostacolo per procedere con certezza sono i limitati dati (nonostante l’ampia produzione di letteratura scientifica degli ultimi anni) che attualmente abbiamo a disposizione. La maggior parte degli studi pubblicati fino ad oggi ha preso in esame un campione del microbiota intestinale in un determinato punto nel tempo. In pratica è stata fatta una singola “istantanea”. Si può dunque facilmente comprendere come una singola “istantanea” non sia sufficiente per determinare come dovremo modificare il microbiota, al fine di migliorare positivamente il nostro stato di salute. La medicina ha molti esempi che evidenziano come una diagnosi non può spesso essere basata su una “singola” analisi; piuttosto, la corretta raccolta di diverse misurazioni deve essere effettuata nei tempi più corretti e quindi interpretata nel suo insieme. Per poter utilizzare il microbiota per migliorare la capacità di diagnosi ed il trattamento delle malattie che conosciamo, ci sarà probabilmente bisogno di prendere in considerazione non solo i microbi intestinali, ma anche gli stessi metaboliti, i fattori genetici, lo stato nutrizionale e le abitudini alimentari del soggetto preso in esame. Inoltre, abbiamo bisogno di sapere quando e quanto spesso dovremo misurare questi fattori. Ci stiamo muovendo in avanti passo dopo passo nella comprensione del ruolo del microbiota intestinale in diverse malattie. Nei futuri decenni, alcune delle correlazioni che vediamo oggi diverranno probabilmente utili per nuove terapie e altre sfortunatamente no. Il microbiota è costantemente influenzato da molti fattori - di cui, il più importante e controllabile è l’alimentazione - e nel corso del tempo potremo capire come ottenere un 'ideale' microbiota intestinale e come puntare a renderlo tale agendo sulla dieta e su altri fattori inerenti lo stile di vita o anche somministrando nuovi trattamenti medici che avranno come bersaglio la comunità microbica intestinale. Quindi, anche se potrebbe essere vero che il microbiota intestinale è al “all'intersezione di tutto”, non possiamo lasciarci andare a facili entusiasmi sulla base dei dati attuali. Dobbiamo dare a queste complesse interazioni il tempo di essere sviscerate così da poter giungere ad una comprensione più profonda del microbiota intestinale sia in salute che in malattia. Insomma, c'è molto da scoprire, ma i futuri anni potrebbero aprire a nuove opportunità teraputiche un tempo difficilmente immaginabili. |
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